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Ispettore ucciso dal figliastro, il motivo assurdo: “È volato via!”. Poi le coltellate

Pubblicato: 19/08/2025 12:03

Una lite banale, un pappagallo volato via, e un gesto di follia che ha spezzato una vita. È questa la ricostruzione che emerge nelle indagini sull’omicidio di Ciro Luongo, ispettore di polizia ucciso lunedì 18 agosto nella sua abitazione a Melito di Napoli. A colpirlo, secondo gli inquirenti, sarebbe stato Roberto Marchese, 21 anni, figlio della compagna della vittima. Dopo una breve fuga, il giovane è stato rintracciato e arrestato a Bacoli, nella casa del padre naturale.

La lite per il pappagallo

Secondo quanto riferito dagli investigatori, la scintilla sarebbe scattata per una discussione apparentemente banale. Portato in Questura, Marchese avrebbe spiegato che il diverbio era nato da un rimprovero dell’ispettore. «Hai lasciato le finestre aperte e il pappagallo è scappato», gli avrebbe detto furioso Ciro Luongo, secondo quanto riportato da Cronache della Campania.

Il confronto verbale, durato diversi minuti, si sarebbe trasformato in tragedia. In preda a un raptus, il 21enne avrebbe afferrato un coltello da cucina e colpito ripetutamente il patrigno, ferendolo mortalmente al collo e al torace. L’aggressione è stata rapida e letale: Luongo è morto in pochi istanti, senza possibilità di soccorso.

La fuga e l’arresto

Dopo l’accoltellamento, Marchese è fuggito dalla casa di Melito. Per ore è rimasto latitante, finché nella tarda serata è stato rintracciato dagli agenti e dai carabinieri a Bacoli, dove aveva trovato rifugio nell’abitazione del padre naturale.

Il giovane è stato posto in stato di fermo. Le indagini, coordinate dal pm della Procura di Napoli Nord Cesare Sirignano, sono affidate alla squadra mobile diretta da Giovanni Leuci e al vice questore Antonio Serpico, in collaborazione con i carabinieri della compagnia di Marano. L’obiettivo degli inquirenti è ora comprendere meglio i rapporti tra il ragazzo e l’ispettore, per stabilire se vi fossero tensioni pregresse che possano spiegare la violenza esplosa all’improvviso.

Le indagini sui rapporti familiari

La pista principale resta quella della lite degenerata, ma non si esclude che il malessere covasse da tempo. Gli investigatori stanno passando al setaccio la vita familiare per capire se il gesto di Marchese sia stato il frutto di un accumulo di rancori o di un improvviso e incontrollabile scatto d’ira. Un particolare che colpisce è la modalità dell’aggressione: i fendenti, mirati a collo e torace, lasciano intendere una furia cieca, difficilmente compatibile con un semplice momento di tensione. Saranno gli interrogatori e le perizie a chiarire i contorni psicologici della vicenda.

Il dolore della comunità

La notizia della morte di Ciro Luongo ha scosso profondamente l’ambiente della polizia e la comunità di Melito. Colleghi e conoscenti ricordano l’ispettore come un uomo stimato, professionale e sempre disponibile.

Il questore di Napoli, Maurizio Agricola, ha espresso il cordoglio dell’intero corpo:
«A nome mio personale e di tutti gli uomini e le donne della Polizia di Stato di Napoli e provincia, esprimo profondo cordoglio per la drammatica scomparsa del Vice Ispettore Luongo. In questo momento di grande dolore ci stringiamo ai familiari e ai colleghi del Commissariato di Giugliano-Villaricca». Le parole del questore riflettono lo smarrimento di un’intera comunità che ha perso un punto di riferimento, non solo professionale ma anche umano.

Un omicidio che lascia sgomenti

L’assurdità del movente rende la vicenda ancora più difficile da accettare. Un pappagallo scappato da una finestra sembra un motivo troppo fragile per giustificare un atto così violento. Eppure, dietro quella lite si nascondeva un equilibrio familiare forse già incrinato.

Per gli inquirenti, sarà fondamentale stabilire se il gesto sia stato premeditato o se si tratti di un improvviso raptus. Intanto, il fermo di Roberto Marchese segna solo il primo passo di un’inchiesta che dovrà fare luce su tutte le zone d’ombra. La comunità di Melito e l’intero corpo di polizia restano attoniti davanti a una tragedia che ha tolto la vita a un uomo stimato e rispettato. Un finale crudele, nato da una banalità che si è trasformata in tragedia irreparabile.

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