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ITALIA – Caos nella sala settoria: salme putrefatte, compromessa anche autopsia di Alessandro Venier

Pubblicato: 19/08/2025 23:54

Disservizi a catena nella sala settoria del cimitero San Vito di Udine, dove per la seconda volta in pochi giorni si sono verificati gravi problemi legati al funzionamento delle celle frigorifere. Le conseguenze hanno avuto un impatto diretto sugli esami autoptici, con casi paradossali: da una parte una salma rimasta parzialmente congelata, dall’altra un cadavere ormai putrefatto, che ha reso impossibile l’autopsia.

Il primo episodio riguardava Alessandro Venier, l’uomo ucciso e fatto a pezzi dalla madre e dalla compagna a Gemona: i resti, non estratti in tempo dalla cella, si erano conservati oltre il necessario e i periti hanno dovuto attendere ore prima di avviare le operazioni. Ieri, lunedì 18 agosto, è accaduto l’opposto: la salma di un uomo di 69 anni, investito il 9 luglio e morto un mese dopo a casa, era stata ridotta in uno stato tale di decomposizione da impedire ogni analisi.

I familiari, assistiti dall’avvocato Nicola Piovano Franz, avevano chiesto l’autopsia per verificare se il decesso fosse collegato all’incidente stradale o alle cure ospedaliere ricevute. La Procura aveva nominato il medico legale Antonello Cirnelli e convocato i consulenti di parte, ma all’apertura del tavolo autoptico l’amara scoperta: il corpo era ormai inutilizzabile ai fini investigativi. Una circostanza che rischia di far naufragare l’intera inchiesta.

La vicenda ha sollevato forti polemiche, con i familiari pronti ad avviare azioni legali contro il Comune di Udine. La Procura ha aperto un’indagine per accertare responsabilità e cause dei malfunzionamenti. Secondo quanto emerso, la sala settoria sarebbe priva anche di un gruppo di continuità, indispensabile per garantire l’alimentazione costante delle celle frigorifere e scongiurare guasti di questo tipo. Una carenza che oggi rischia di compromettere prove cruciali per la giustizia.

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