
«La ferita è andata in necrosi, ho rischiato la setticemia e ho avuto la febbre oltre i 38 °C». A raccontarlo è Giuseppe Palermo, 50 anni, assistente bagnante in uno stabilimento di Torvaianica, colpito il 14 agosto dal morso di un ragno violino (Loxosceles rufescens). L’uomo è attualmente in dimissioni protette, seguito dall’Inail e dall’ospedale Sant’Anna di Pomezia, dove si sottopone a medicazioni quotidiane e terapie antibiotiche. La ferita, infatti, è ancora infetta e continua a produrre pus.
Il bagnino ha raccontato la sua esperienza in un’intervista a La Repubblica: «Mi trovavo in postazione, osservavo i bagnanti in mare. Mi sono piegato a sistemare il baywatch e ho sentito una forte bruciatura sull’avambraccio, come se mi fossi scottato con una sigaretta accesa». La pelle si è immediatamente arrossata e gonfiata, ma Palermo ha portato a termine il turno di lavoro. Poi, vedendo che la situazione peggiorava, si è recato al pronto soccorso. Lì è stato accertato che il morso aveva provocato un buco al centro dell’avambraccio, con due piccoli fori circondati da pelle necrotizzata.
Il ragno violino è una specie di piccole dimensioni (7-7,5 mm), caratterizzata da zampe lunghe e da una macchia sul corpo che ricorda la forma di un violino. Nella maggior parte dei casi il morso provoca solo una reazione temporanea simile a quella di altri insetti, ma in rari episodi può iniettare veleno capace di danneggiare i tessuti, fino a causare necrosi.
«Il rischio che si sviluppino sintomi sistemici è molto basso, sotto l’1% – ha spiegato a Fanpage.it Carlo Locatelli, direttore del Centro antiveleni Maugeri di Pavia –. Quando però si verificano sovrainfezioni dovute a batteri sulla pelle, allora il medico valuta la terapia antibiotica più adatta». Nel caso di Giuseppe, la complicazione lo ha portato a vivere giorni difficili, ma oggi è seguito dai medici e sta affrontando il percorso di guarigione.