Notte di tensione nei cieli dell’Europa orientale. Dopo una nuova ondata di attacchi missilistici russi contro l’Ucraina, che hanno provocato almeno un morto e quattro feriti, tra cui due bambini, la Nato ha fatto decollare aerei da combattimento di Polonia e Svezia. Varsavia ha annunciato di aver «attivato tutte le procedure necessarie» per garantire la sicurezza del proprio spazio aereo, mettendo in stato di massima prontezza i sistemi di difesa aerea e di ricognizione radar a terra.
«Gli aerei polacchi e alleati hanno iniziato le operazioni», ha dichiarato l’esercito polacco, sottolineando che le azioni sono di natura preventiva e mirano a proteggere i cittadini, soprattutto nelle aree più vicine al confine con l’Ucraina. Anche i caccia Gripen svedesi, alcuni dei quali già di stanza in Polonia, hanno contribuito alla sorveglianza dei cieli.
Gli attacchi russi sono arrivati poche ore dopo l’incontro a Washington tra il presidente Donald Trump, il leader ucraino Volodymyr Zelensky e altri rappresentanti europei. Trump ha parlato di un «primo passo importante» verso un negoziato di pace, annunciando di aver avviato contatti diretti con Vladimir Putin per organizzare un vertice trilaterale con Zelensky.
Secondo l’aeronautica ucraina, Mosca ha lanciato nella notte tra il 18 e il 19 agosto 280 veicoli d’attacco aereo, tra cui 270 droni Shahed e diversi missili: cinque balistici Iskander-M e cinque da crociera Kh-101. Le forze ucraine dichiarano di aver abbattuto o neutralizzato 230 droni, due missili Iskander-M e quattro Kh-101, registrando comunque bombardamenti in 16 località. Una nuova escalation che, nonostante gli sforzi diplomatici, mostra quanto la guerra resti lontana da una soluzione definitiva.
