
La comunità della Val di Non e l’intero Trentino sono in apprensione per la scomparsa di padre Flavio Paoli, un missionario pavoniano di 68 anni. Sono trascorsi sette giorni da quando è svanito nel nulla, e l’assenza di risposte concrete sul suo destino ha gettato un’ombra di tristezza su chi lo conosceva e lo stimava. La vicenda ha avuto inizio lunedì scorso, quando il missionario è uscito per una passeggiata nei boschi sopra Nanno, suo paese d’origine.
Da quel momento, ogni sua traccia è svanita, lasciando i familiari e le comunità a lui care in un limbo di attesa e incertezza. Il primo cittadino di Ville d’Anaunia, Fausto Pallaver, ha espresso la profonda preoccupazione che permea la zona, sottolineando come padre Flavio fosse un uomo abituato a lunghe camminate, un dettaglio che rende la sua scomparsa ancora più inspiegabile e angosciante. Le indagini, sebbene le operazioni ufficiali siano state sospese, continuano a destare speranza, alimentata dalla dedizione dei Vigili del fuoco volontari di Nanno che, nonostante tutto, non hanno abbandonato la ricerca.

L’ultima telefonata e le ricerche estese
L’ultimo contatto con padre Paoli è avvenuto alle 20.30 del giorno della scomparsa, quando il missionario ha risposto a una telefonata dei suoi familiari. Il suo stato, come riferito dai parenti, era di confusione. Non riusciva a orientarsi e non ha saputo dare indicazioni precise sulla sua posizione, descrivendo solo un prato con delle piante. Poco dopo, il suo cellulare si è spento, rendendo impossibile ogni ulteriore comunicazione e localizzazione. Questo ultimo, flebile indizio ha indirizzato le prime fasi delle ricerche, che hanno visto un dispiegamento di forze imponente. Per sette giorni, un’area vastissima di oltre 1.200 ettari è stata setacciata, sia sulla sinistra che sulla destra del fiume Noce, includendo anche il ponte Portolo, un luogo verso il quale padre Flavio potrebbe essersi diretto.
Una comunità in preghiera e la speranza che svanisce
La scomparsa di padre Flavio ha toccato profondamente la comunità locale, che si è stretta attorno alla sua famiglia. Numerosi sono stati i messaggi di vicinanza e speranza. Tra questi, spicca quello di fra Renato Chiumento, un suo confratello attualmente in Guinea Bissau. Le sue parole, affidate a Vita Trentina, risuonano come un’eco di profonda tristezza e, allo stesso tempo, di una fede incrollabile. “Ti hanno cercato dappertutto senza incontrarti. Forse perché tu non sei più tra noi, nel tuo Trentino. Sei tornato in Africa”, ha scritto, suggerendo una dimensione spirituale e quasi mistica a questa dolorosa vicenda. Questo messaggio riflette il profondo legame che il missionario aveva con l’Africa, una terra a cui ha dedicato la maggior parte della sua vita.
Padre Flavio Paoli è un uomo di profonda fede e dedizione. Quarto di otto fratelli, è cresciuto in una famiglia molto devota e ha consacrato la sua vita alla missione. È stato ordinato sacerdote nel 1983 nella chiesa di Susà a Pergine. La sua attività missionaria l’ha portato lontano dal Trentino per la maggior parte del tempo. Ha trascorso 17 anni in Eritrea e ha concluso una missione di 13 anni in Burkina Faso lo scorso novembre. Più di recente, si era trasferito in Nigeria, un’altra tappa del suo infaticabile impegno per il prossimo. In questi giorni si trovava in Trentino per una breve visita e la domenica prima di scomparire aveva tenuto un’omelia nella chiesa locale. La sua testimonianza di vita, come ha raccontato don Renzo Zeni, aveva commosso ed entusiasmato i fedeli. L’allarme è scattato il lunedì successivo, quando non si è presentato a un appuntamento fissato per le 18 con i parrocchiani. La sua scomparsa improvvisa ha dato il via a una vasta operazione di ricerca coordinata dal Soccorso Alpino e Speleologico, che ha mobilitato oltre 1.200 operatori tra forze dell’ordine, volontari e unità cinofile. Nonostante l’impegno massiccio, le operazioni ufficiali sono state sospese come previsto dal protocollo, ma la speranza non è morta, e le comunità continuano a pregare per il ritorno di padre Paoli.