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Ucraina, Trump parla ancora: “Spero che Putin sia bravo, altrimenti la situazione sarà dura”

Pubblicato: 19/08/2025 14:55

Donald Trump ha scelto ancora una volta Vladimir Putin come perno del suo discorso sull’Ucraina, mettendo il leader del Cremlino al centro delle prossime settimane di negoziato. In un’intervista a FoxNews, il presidente americano ha affermato di “sperare che Putin sia bravo, altrimenti la situazione sarà dura”, aggiungendo però che “è possibile che non voglia raggiungere un accordo: lo scopriremo nelle prossime due settimane”. Una dichiarazione che lascia trasparire insieme scetticismo e attesa, quasi a voler spostare su Mosca la responsabilità di un eventuale fallimento della trattativa.

A Zelensky, invece, Trump ha rivolto un invito diretto alla flessibilità. Ha detto che il presidente ucraino deve “fare quello che deve fare” e che nei colloqui con Putin sarà chiamato a essere “flessibile”. Un atteggiamento che, nelle parole di Trump, appare come condizione necessaria per far avanzare il negoziato. “Lasciamo che Putin e Zelensky si vedano – ha sottolineato – perché sono loro a dover prendere le decisioni”.

Nessun soldato Usa in Ucraina

Trump ha escluso in modo netto l’ipotesi di un coinvolgimento diretto degli Stati Uniti sul campo di battaglia. “Avete la mia assicurazione, da presidente, che non ci saranno americani in Ucraina”, ha dichiarato, replicando a chi chiedeva garanzie sui cosiddetti “boots on the ground”. Ha aggiunto però che “Germania, Francia e Gran Bretagna vogliono avere truppe sul terreno. Non penso sarà un problema: Putin è stanco, sono tutti stanchi. Ma non si sa mai”.

Secondo il presidente americano, le possibili garanzie di sicurezza che Washington potrebbe fornire a Kiev non passeranno dalla Nato, ma da forme alternative: “Ci sarà qualche forma di sicurezza, ma non può essere la Nato”, ha spiegato, ipotizzando un sostegno principalmente “via aerea”.

Europa e Crimea

Nell’intervista non sono mancati riferimenti all’Europa e alle responsabilità del passato. Trump ha ribadito che l’Ucraina non entrerà a far parte della Nato e ha sottolineato che “Francia, Germania e Regno Unito vogliono truppe sul campo in Ucraina”, lasciando intendere che siano i partner europei i più inclini a un impegno militare diretto. Ha anche criticato l’amministrazione Obama per aver “ceduto sulla Crimea”, un punto che a suo giudizio ha reso più complicata la gestione della crisi negli anni successivi.

Il filo conduttore resta comunque Putin. Trump ha insistito sul fatto che il rapporto personale con il leader russo ha valore solo se porta risultati concreti: “Il rapporto con Putin è importante solo se riusciamo a portare a termine le cose”. Un equilibrio fragile, in cui il capo della Casa Bianca alterna messaggi concilianti a caute minacce, ribadendo che tutto dipende dal Cremlino e dalla disponibilità russa a sedersi davvero a un tavolo con Kiev.

In questa cornice, la guerra appare logorata dalla stanchezza, come lo stesso Trump ha detto: “Putin è stanco, sono tutti stanchi”. Ma la fatica non basta a garantire la pace. Senza un passo avanti da parte di Mosca, la flessibilità chiesta a Zelensky rischia di trasformarsi in un peso unilaterale, lasciando ancora una volta l’Europa divisa e l’Ucraina sospesa in una trattativa che resta incerta.

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Ultimo Aggiornamento: 19/08/2025 14:56

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