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Giovane mamma uccisa e portata nel bosco, spuntano le riprese shock: “È stato lui!”, atroce

Pubblicato: 21/08/2025 17:08

Un caso di violenza domestica terminato in tragedia sta scuotendo l’opinione pubblica, mettendo in luce le dinamiche insidiose e spesso invisibili degli abusi familiari. La vittima, Sheylla Gutiérrez, una donna di 33 anni e madre di tre figli, è stata brutalmente uccisa, e il suo corpo è stato ritrovato senza vita in un bosco.

L’episodio drammatico si è consumato a pochi giorni da quando Sheylla aveva espresso l’intenzione di denunciare il marito, Jossimar Cabrera, per le violenze subite, un coraggio che, purtroppo, le è costato la vita. La sua storia è un monito straziante sui pericoli che le vittime di violenza affrontano nel momento in cui decidono di chiedere aiuto e spezzare il ciclo di abusi. L’omicidio di Sheylla non è solo un atto criminale, ma anche il culmine di un percorso di sofferenza e paura, un epilogo che evidenzia la necessità di una maggiore protezione e supporto per chi vive in situazioni di abuso.

La storia di Sheylla e il sogno infranto di una nuova vita

Sheylla Gutiérrez e Jossimar Cabrera, una coppia originaria del Perù, si erano trasferiti a Los Angeles nel 2023 con l’intento di costruire un futuro migliore per sé e per i loro tre bambini. All’esterno, la loro vita poteva sembrare normale, ma dietro le mura domestiche si nascondeva un clima di tensione e maltrattamenti. Sheylla aveva confidato alla madre, Helga Rocillo, di essere stata picchiata più volte dal marito. Il quadro di violenza era così grave da coinvolgere persino il loro figlio più piccolo, di appena tre anni, sul quale Cabrera aveva alzato le mani. La madre della vittima ha raccontato in un’intervista che Sheylla, ormai disperata, le aveva detto al telefono di non farcela più e di voler presentare una denuncia. “Non ce la faccio più, mamma. Oggi presenterò una denuncia”, le avrebbe detto. Quelle sono state le ultime parole che la madre ha sentito dalla figlia, prima che la sua voce venisse spenta per sempre. La sua scomparsa, avvenuta il 12 agosto a Lancaster, in California, ha sollevato immediatamente i sospetti, che si sono concentrati sul marito.

Le menzogne di un uomo in fuga e la scoperta del corpo

Dopo la scomparsa di Sheylla, il principale sospettato, Jossimar Cabrera, ha fornito diverse versioni contraddittorie ai familiari, cercando di sviare i sospetti e nascondere la verità. In un primo momento, ha affermato che la moglie era stata portata via dall’immigrazione (ICE), poi ha sostenuto che lo avesse lasciato per un altro uomo, e infine ha parlato di un presunto incidente senza fornire dettagli. Nel frattempo, l’uomo è riuscito a fuggire in Perù portando con sé i tre figli. La scoperta del corpo di Sheylla è avvenuta il 16 agosto, in un dirupo dell’Angeles National Forest, grazie alle incessanti ricerche delle squadre di soccorso. La scena del ritrovamento ha confermato i sospetti peggiori: la 33enne era stata uccisa e il suo corpo era stato avvolto in un sacco. La svolta decisiva nelle indagini è arrivata grazie a un video di sorveglianza recuperato dalla polizia, che mostra Cabrera trascinare un grande involucro fuori dall’appartamento che condivideva con la vittima. Secondo gli inquirenti, quel sacco sarebbe lo stesso in cui è stato ritrovato il corpo di Sheylla.

L’arresto e la richiesta di giustizia

L’arresto di Jossimar Cabrera è avvenuto il 16 agosto in Perù. I tre bambini sono stati messi al sicuro e affidati ai servizi di protezione. Il caso è stato trasmesso all’Ufficio del Procuratore distrettuale della Contea di Los Angeles, che sta ora lavorando per stabilire le accuse formali a carico di Cabrera e avviare le procedure di estradizione. La madre di Sheylla, Helga Rocillo, ha dichiarato di essere devastata, ma ha aggiunto che deve “restare forte per i miei nipoti”. Le sue parole mettono in evidenza non solo il dolore per la perdita della figlia, ma anche la forza e la determinazione di una nonna che cerca di proteggere i suoi nipoti e di ottenere giustizia per Sheylla. Il caso di Sheylla Gutiérrez rappresenta un’ulteriore, tragica dimostrazione di quanto la violenza domestica possa avere conseguenze fatali. La sua storia ci ricorda che la violenza non conosce confini geografici o culturali e che il coraggio di una donna che ha cercato di ribellarsi è stato soffocato da un atto di estrema brutalità. La famiglia Gutiérrez e la società intera chiedono ora che venga fatta giustizia, affinché la voce di Sheylla non venga dimenticata e affinché la sua morte possa, in qualche modo, contribuire a salvare altre vite.

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