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Positivo alla peste, l’incubo dopo il campeggio: com’è potuto succedere, terrificante

Pubblicato: 21/08/2025 21:53

Trascorrere del tempo nella natura, soprattutto in luoghi remoti o incontaminati, può offrire momenti di relax e connessione con l’ambiente. Tuttavia, alcune zone del mondo possono nascondere insidie invisibili, legate a malattie trasmesse da animali o insetti selvatici. Anche attività comuni come campeggiare o fare escursioni richiedono attenzione, poiché il contatto con la fauna può comportare rischi sanitari, anche se rari.

Le autorità sanitarie invitano regolarmente i cittadini a essere consapevoli di questi pericoli, soprattutto in determinate aree geografiche dove alcune infezioni non sono del tutto scomparse. Tra queste, ce ne sono alcune che si pensava appartenessero al passato, ma che occasionalmente riemergono, mettendo in allerta le comunità locali.

Caso di peste in California: uomo colpito dopo una vacanza

Un residente di South Lake Tahoe, in California, è risultato positivo alla peste bubbonica. Secondo quanto riferito dai funzionari sanitari della contea di El Dorado, l’uomo avrebbe contratto l’infezione durante un soggiorno in campeggio nella zona montuosa. Attualmente si sta riprendendo a casa ed è sotto osservazione medica, con un quadro clinico definito stabile.

Kyle Fliflet, rappresentante della sanità pubblica locale, ha ricordato l’importanza di adottare precauzioni durante le attività all’aperto, in particolare nelle aree frequentate da roditori selvatici. «È fondamentale proteggere sé stessi e gli animali domestici, soprattutto durante escursioni, passeggiate o campeggi», ha sottolineato l’esperto.

Come si trasmette la peste e i sintomi

Secondo le prime ricostruzioni, il contagio sarebbe avvenuto in seguito al morso di una pulce infetta, un veicolo comune per la trasmissione del batterio Yersinia pestis. Questo patogeno, associato a roditori come scoiattoli e marmotte, può essere trasportato anche da cani e gatti, rendendo necessario il controllo veterinario dopo le attività all’aperto.

sintomi si manifestano generalmente entro due settimane dal contatto e includono febbre, nausea, affaticamento e linfonodi ingrossati. Sebbene i casi siano molto rari, possono risultare gravi se non diagnosticati in tempo. Tuttavia, se identificata precocemente, la malattia risponde bene ai trattamenti antibiotici, evitando complicazioni potenzialmente letali.

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