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Sabotaggio Nord Stream, arrestato in Italia il presunto responsabile

Pubblicato: 21/08/2025 13:14

Un cittadino ucraino sospettato di aver partecipato alle esplosioni del 2022 che hanno danneggiato i gasdotti Nord Stream tra Russia e Germania è stato arrestato in Italia, hanno dichiarato i pubblici ministeri tedeschi. La polizia italiana ha fermato l’uomo nella provincia di Rimini. La situazione è definita “critica” e sotto costante monitoraggio da parte delle squadre di protezione civile e della polizia locale. È stato convocato il Centro operativo comunale di Protezione civile. L’amministrazione invita i cittadini e i visitatori a prestare la massima attenzione negli spostamenti, da effettuare solo se indispensabili, a evitare le aree allagate e a verificare eventuali danni nei locali sotterranei.

Il sospettato, identificato solo come Serhii K., è stato arrestato nella notte del 21 agosto dai Carabinieri di Misano Adriatico, in stretta collaborazione con il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, su mandato di arresto europeo emesso il 18 agosto dalla Procura federale tedesca. Secondo le indagini, lui e i suoi complici erano partiti da Rostock, sulla costa nord-orientale della Germania, a bordo di uno yacht noleggiato da una società tedesca con documenti falsi.

Considerato da Russia e Occidente come un atto di sabotaggio, nessuno ha mai rivendicato la responsabilità delle esplosioni che hanno colpito i gasdotti nel settembre 2022, in piena guerra in Ucraina. L’attacco segnò una grave escalation del conflitto e contribuì ad aggravare la crisi energetica in Europa, facendo impennare i prezzi del gas e aprendo un fronte di accuse incrociate mai del tutto chiarite.

Cos’è il Nord Stream

Il Nord Stream è un sistema di gasdotti sottomarini che trasporta gas naturale dalla Russia alla Germania attraverso il Mar Baltico. Il primo tronco, Nord Stream 1, è entrato in funzione nel 2011, diventando rapidamente una delle principali infrastrutture energetiche per l’Europa, con una capacità di circa 55 miliardi di metri cubi di gas all’anno.

Il progetto, realizzato dalla russa Gazprom con la partecipazione di società europee, fu fin dall’inizio oggetto di forti polemiche geopolitiche: da un lato la Germania lo considerava essenziale per la sua sicurezza energetica, dall’altro diversi Paesi dell’Est Europa e gli Stati Uniti temevano che aumentasse la dipendenza energetica dell’Europa da Mosca.

Il Nord Stream 2, completato ma mai entrato in funzione a causa delle tensioni politiche seguite all’invasione russa dell’Ucraina, avrebbe raddoppiato la capacità di trasporto. Le esplosioni del settembre 2022 hanno compromesso in modo grave entrambe le linee, segnando la fine della loro operatività e alimentando un intricato giallo internazionale che ancora oggi vede aperte più piste investigative.

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