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Attentato bomba, è strage: 17 persone morte, un elicottero abbattuto con droni

Pubblicato: 22/08/2025 07:39

Non c’erano segnali, solo il fruscio della notte interrotto dal rombo lontano di un motore. Poi, all’improvviso, la quiete si è trasformata in caos: un boato, il cielo illuminato dalle fiamme, e il silenzio spezzato dalle urla e dal crepitio di lamiere in fiamme. La gente, svegliata di soprassalto, ha cercato rifugio, mentre i telefoni iniziavano a squillare senza tregua per chiamare soccorsi.

Poco distante, un altro colpo, un’altra esplosione. La terra ha tremato come scossa da un terremoto. Polvere, fumo e paura hanno invaso le strade. Era chiaro che non si trattava di un incidente: qualcosa di più grande, di più organizzato, stava accadendo.

Un’autobomba a Cali e un attacco contro un elicottero in Antioquia hanno causato almeno 17 morti in Colombia. Le autorità accusano dissidenti delle FARC.
Un’autobomba e un attacco separato a un elicottero della polizia hanno ucciso almeno 17 persone giovedì, secondo le autorità.

Il presidente colombiano Gustavo Petro ha attribuito entrambi gli attacchi a dissidenti delle ormai sciolte Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia. Almeno 12 agenti di polizia sono morti nell’attacco a un elicottero che stava trasportando personale in un’area di Antioquia per sradicare le coltivazioni di coca. Petro aveva parlato inizialmente di otto agenti, ma il governatore di Antioquia Andrés Julián ha precisato che altri quattro sono morti successivamente e tre sono rimasti feriti.

Il governatore ha aggiunto che un drone avrebbe colpito l’elicottero, provocando un incendio e lo schianto del velivolo contro una collina. Intanto, a Cali, un veicolo imbottito di esplosivo è esploso vicino a una scuola di aviazione militare, causando cinque vittime e oltre trenta feriti.

Il presidente Petro, in un primo momento, aveva indicato nel clan del Golfo, il più grande cartello della droga colombiano, i presunti responsabili dell’attacco al velivolo. Ha spiegato che si sarebbe trattato di una rappresaglia per un sequestro di cocaina appartenente al gruppo. Successivamente, le indagini hanno confermato il coinvolgimento dei dissidenti delle FARC, che dopo l’accordo di pace del 2016 hanno scelto di non deporre le armi.

La Colombia continua a fare i conti con il nodo irrisolto delle coltivazioni di coca. Secondo l’UNODC, nel 2023 sono stati raggiunti i 253.000 ettari, un record assoluto. Una crescita che alimenta i profitti del narcotraffico e rafforza gruppi armati che, nonostante gli sforzi governativi, restano radicati in diverse aree rurali del Paese.

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