Vai al contenuto

Vaccini, la Lega rilancia lo scontro: “Via l’obbligo”

Pubblicato: 22/08/2025 08:04

La polemica scoppiata attorno al Nitag, l’organismo consultivo del ministero della Salute sulle vaccinazioni, ha riacceso il dibattito sull’obbligo vaccinale introdotto in Italia nel 2017 con la legge voluta dall’allora ministra Beatrice Lorenzin. E la Lega coglie l’occasione per rilanciare la sua storica battaglia contro la norma che impone ai genitori di vaccinare i figli per poterli iscrivere a scuola.

Il leader del Carroccio, Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio e ministro alle Infrastrutture, ha attaccato il ministro della Salute Orazio Schillaci per la gestione del caso Nitag. Dopo aver nominato 22 membri, Schillaci ne ha poi revocati due – Eugenio Serravalle e Paolo Bellavite, entrambi critici verso l’obbligo vaccinale – generando un’ondata di polemiche. Salvini non ha mancato di ribadire la sua posizione: «Dirsi dubbiosi riguardo a questo strumento che non c’è nella maggior parte dei Paesi europei non penso sia antiscientifico, penso sia di buon senso».

Serravalle, che respinge con fermezza l’etichetta di No vax, ha più volte dichiarato che i bambini non vaccinati sarebbero “più sani” di quelli vaccinati. Bellavite, invece, da anni critica l’elevato numero di vaccini pediatrici somministrati in Italia. Posizioni che hanno acceso ulteriormente lo scontro politico.

All’interno della Lega, lo scetticismo è incarnato da Claudio Borghi, che già nel 2024 aveva presentato un emendamento per eliminare l’obbligo vaccinale. «Ci riproveremo, certo – ha affermato –. Così ci allineeremo con gli altri Paesi, visto che quello che ha fatto l’Italia è l’eccezione, non la regola. Vogliamo evitare qualsiasi obbligo vaccinale, ma sarà necessario l’accordo con gli alleati».

C’è discordia sull’argomento vaccini nella maggioranza

Le alleanze, però, non sono compatte. Forza Italia difende apertamente la scienza e lo strumento dei vaccini, considerandoli fondamentali per la salute pubblica. Fratelli d’Italia, invece, appare più diviso: alcuni esponenti si mostrano favorevoli alla linea di Salvini, altri ribadiscono l’importanza dell’obbligo. Una posizione definita “ambigua” dagli osservatori, che riflette le tensioni interne al partito della premier Giorgia Meloni.

Il fronte leghista non è del tutto granitico. Il presidente del Veneto Luca Zaia, ad esempio, ha più volte mostrato un approccio diverso e più vicino al modello scientifico tradizionale. Salvini, tuttavia, resta convinto: «Ho letto un’intervista interessante di uno di questi due professori e medici – ha detto – Non sono No vax, semplicemente chiedono che vengano calcolati tutti i benefici, che ci sono nei vaccini, e anche eventuali controindicazioni. Dirsi dubbiosi sull’obbligo vaccinale non penso sia antiscientifico, penso sia di buon senso».

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure