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Bimbo volato dalla macchina in corsa, emerge l’ipotesi atroce: “Si tratta del conducente”

Pubblicato: 23/08/2025 07:55

Troppe cose non tornano sulla dinamica dell’incidente che poteva costare la vita a un bambino di due anni, caduto sull’asfalto dall’auto in corsa. Sarebbe stato il fratellino di un anno più grande a sganciare la cintura di sicurezza del piccolo e aprire la sua portiera, facendolo cadere fuori dalla vettura.

«Non mi ero accorta che mio figlio stava slacciando la cinghia – avrebbe riferito la mamma comprensibilmente scossa agli investigatori – Solo quando ho sentito la portiera aprirsi mi sono resa conto di quello che stava accadendo, ma era già troppo tardi». Sul caso sta ora indagando la squadra mobile della Questura di Viterbo. Il piccolo è ora ricoverato ora all’ospedale Gemelli di Roma, è grave, ma non in pericolo di vita. Ma come è stato possibile?

Cosa non torna: chi c’era alla guida e non solo

Inizialmente si pensava che alla guida, lungo una strada in provincia di Viterbo, ci fosse la mamma dei bambini. Successivamente è emerso che invece c’era un amico di famiglia, che stava accompagnando la madre e i due bambini a fare la spesa, visto che il papà era fuori per lavoro. La donna ha raccontato ai medici che, mentre viaggiavano sulla strada provinciale che da Corchiano porta a Viterbo, il figlio maggiore avrebbe sganciato la cinghia di sicurezza del seggiolone del fratellino e avrebbe addirittura aperto lo sportello della macchina. Da qui la caduta del piccolo dall’auto in corsa. Un urto tremendo con l’asfalto. La madre, terrorizzata, lo ha immediatamente portato sanguinante all’ospedale Santa Rosa di Viterbo che ha riscontrato varie e importanti lesioni, compreso un grave trauma cranico. I sanitari del nosocomio viterbese, vista la gravità della prognosi, lo hanno fatto allora trasportare in elicottero al Policlinico Gemelli di Roma dove è tuttora ricoverato nel reparto di neurochirurgia infantile, con una probabile frattura dell’osso orbitario. Il piccolo fortunatamente non sarebbe in pericolo di vita. Ora emergono dubbi sul conducente, un rumeno di 39 anni: a quanto pare, non era la madre bensì lui a guidare e la dinamica sarebbe ben differente da quanto raccontato.

Subito dopo l’incidente sono scattate le indagini, partite dal posto di polizia del pronto soccorso. La madre avrebbe ripetuto agli agenti della polizia arrivati sul posto sempre la stessa versione, e successivamente anche agli investigatori della squadra mobile subentrati nelle indagini. L’amico alla guida, il maggiore che sgancia la cintura del minore, la portiera che si apre, il volo del bimbo dalla macchina. Anche se la dinamica sembra chiara, gli inquirenti come atto dovuto hanno lavorato tutta la notte per fare luce sui più piccoli particolari che hanno portato alla caduta del bimbo. Tanto per cominciare, anche il figlio maggiore sarebbe dovuto essere legato al suo seggiolino. Come ha fatto a sganciare quello del fratellino più piccolo?

Sarebbero state ascoltate in nottata anche alcune altre persone, non si sa a quale titolo coinvolte nella vicenda, ma tuttora la tesi della tragica fatalità rimane la più plausibile. Rimangono però dei punti oscuri: come mai la macchina non aveva un sistema di blocco di sicurezza delle portiere? E se c’era, perché non ha funzionato? Dai successivi approfondimenti è risultato che, l’amico di famiglia stava accompagnando con la sua Nissan la famiglia a fare la spesa, visto che il marito della donna era fuori per lavoro. E sarebbero stati proprio l’amico di famiglia e il padre del bambino ferito, che però non era presente, a confermare la versione dell’incidente.

Da fonti accreditate sembra che al momento dell’ispezione della polizia nella macchina il seggiolino per i bambini non ci fosse. I due uomini interpellati dagli inquirenti in merito alla sua assenza, avrebbero risposto che era stato prestato il giorno prima ad amici.

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Ultimo Aggiornamento: 23/08/2025 10:08

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