Si accende lo scontro diplomatico tra Roma e Parigi dopo le parole del vicepremier Matteo Salvini. Dal palco di un incontro organizzato dalla Lega a Pinzolo, in Trentino, il leader del Carroccio ha rincarato la dose contro il presidente francese Emmanuel Macron, accusato di essere “un po’ permaloso” per aver convocato l’ambasciatrice italiana a Parigi in seguito alle sue dichiarazioni.
Salvini ha ribadito la sua contrarietà all’invio di soldati europei in Ucraina, una prospettiva evocata più volte dall’Eliseo. “C’è qualcuno qui pronto a mandare suo figlio a combattere in Russia? Macron si metta casco e giubbetto e ci vada lui”, ha detto il vicepremier, aggiungendo: “Attaccati al tram non è un insulto, era una risposta in milanese, cordiale”.
Il nodo ucraino e la tensione con Parigi
Le parole di Salvini arrivano in un momento delicato per le relazioni bilaterali. La Francia ha formalizzato il suo malumore chiamando l’ambasciatrice italiana al Quai d’Orsay, mentre Salvini ha insistito sulla linea della pace: “Non possiamo mandare altri a morire per guerre non nostre. Ho solo detto che, se Macron continua a parlare di ombrello nucleare, missili e di esercito europeo, allora vada lui in prima linea”.
Il leader leghista ha citato sondaggi secondo cui “l’80% dei francesi non vede l’ora che Macron se ne vada”, sottolineando che il dibattito sull’Ucraina non può essere imposto dall’alto. “Io non l’ho insultato”, ha aggiunto, “ho solo detto che, se ha così voglia di partire, non coinvolga i figli degli altri”.
Lo scontro rischia di alimentare nuove frizioni nei rapporti Roma-Parigi, già provati in passato da divergenze su migranti, politica energetica e difesa comune europea. Sullo sfondo resta il conflitto in Ucraina e la difficoltà dei governi europei a trovare una posizione condivisa tra sostegno militare a Kiev e tentativi di aprire spiragli diplomatici.