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Scontro Macron-Salvini, sale la tensione: Meloni costretta a fare una scelta

Pubblicato: 23/08/2025 08:28

Adesso lo scontro è pubblico e rumoroso: l’ambasciatrice italiana Emanuela D’Alessandro è stata convocata dal governo francese per le “inaccettabili dichiarazioni” rivolte da Matteo Salvini al presidente Emmanuel Macron. La notizia, rilanciata dall’agenzia Afp citando fonti diplomatiche, conferma l’ira dell’Eliseo, già trapelata ieri su Repubblica, a seguito delle parole del leader leghista.

Il terreno dello scontro è quello dei cosiddetti “volenterosi”, i Paesi europei disposti a inviare truppe in Ucraina per garantire la pace. Una linea promossa da Francia e Regno Unito, ma respinta con forza da Giorgia Meloni e soprattutto da Salvini. Proprio il vicepremier, nei giorni scorsi, aveva lanciato una stoccata diretta a Macron: “A Milano si direbbe taches al tram (attaccati al tram, ndr). Vacci tu se vuoi. Ti metti il caschetto, il giubbetto, il fucile e vai in Ucraina”.

LA REAZIONE DI PARIGI

Parole che hanno spinto Parigi a reagire con decisione. Prima sollecitando un chiarimento tramite il consigliere diplomatico di Macron e l’ambasciatore francese in Italia, rivolti a Palazzo Chigi e alla Farnesina con una domanda diretta: Salvini parla a nome del governo italiano o no? In assenza di una presa di posizione ufficiale, la Francia ha scelto la strada più dura: la convocazione della rappresentante diplomatica italiana.

Secondo fonti Afp, all’ambasciatrice è stato ricordato che le dichiarazioni di Salvini “sono in contrasto con il clima di fiducia e con le storiche relazioni tra i due Paesi”, relazioni che negli ultimi mesi avevano mostrato convergenze, in particolare sul dossier Ucraina.

MELONI TRA WASHINGTON E PARIGI

Le frizioni arrivano proprio mentre Giorgia Meloni si trovava a Washington con Macron per affrontare il tentativo di mediazione di Donald Trump sul conflitto ucraino. In quell’occasione, i partner europei avevano discusso di un possibile scudo difensivo per Kiev, fino a ipotizzare l’invio di truppe a tutela della tregua, opzione che Macron sostiene con forza.

Meloni, pur preferendo una soluzione modellata sull’articolo 5 della Nato, aveva garantito apertura, pur senza sposare la linea francese. La sortita di Salvini, quindi, rischia di complicare non solo i rapporti con Parigi, ma anche la delicata partita diplomatica in corso sul fronte ucraino.

LE MOSSE DI ROMA

Il governo italiano ora si trova di fronte a un bivio: stigmatizzare le parole di Salvini per preservare i rapporti con la Francia, oppure restare in silenzio, accettando il rischio di un raffreddamento diplomatico. Finora Meloni ha scelto di non intervenire direttamente, lasciando al ministro degli Esteri Antonio Tajani il compito di gettare acqua sul fuoco in occasione di passati incidenti.

Dietro le quinte, però, cresce il timore che Parigi possa reagire con forme di ritorsione politica su alcuni dei dossier più delicati tra Italia e Francia, dai migranti alle intese economiche.

I PRECEDENTI

Non è la prima volta che Salvini si scaglia contro Macron. Già lo scorso marzo aveva definito il presidente francese “un matto che parla di guerra nucleare”, respingendo l’ipotesi di un esercito europeo sotto il suo comando. In altre occasioni lo aveva bollato come “ipocrita”, “chiacchierone”, “signorino educato che eccede in champagne” e persino “criminale”.

Un’escalation di insulti culminata a giugno con l’invito diretto: “Mettiti l’elmetto, vai a combattere e non rompere le palle”. Ora però lo scontro è diventato diplomatico e il rischio è che i rapporti tra Roma e Parigi entrino in una fase di gelo.

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