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Salvini contro Macron diventa un caso italiano, Tajani furioso: “Non è di sua competenza”

Pubblicato: 24/08/2025 14:40

Il botta e risposta tra Matteo Salvini ed Emmanuel Macron ha aperto una nuova crisi diplomatica tra Italia e Francia. Le parole del leader della Lega hanno fatto infuriare l’Eliseo, che ha convocato l’ambasciatrice italiana a Parigi. Nel frattempo, la polemica ha provocato una spaccatura nella maggioranza di governo, con Forza Italia e Noi Moderati che prendono le distanze dal vicepremier.

Mentre la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in vacanza, sceglie il silenzio, i toni restano altissimi. Salvini, da Pinzolo, rincara: “Macron è permaloso e nei sondaggi è sgradito all’80% dei francesi”. Poi, poco dopo, tenta di smorzare: “Se vuole parlarmi di pace può chiamarmi anche a mezzanotte, sono disponibile, ma resto inflessibile: nessun soldato italiano o francese deve andare a morire in Ucraina”.

L’attacco di Salvini a Macron e la replica francese

Tutto nasce da un’affermazione di Salvini rivolta al presidente francese: “Attaccati al tram. In Ucraina vacci tu se vuoi. Ti metti il caschetto, il giubbetto, il fucile e vai”. Parole che hanno spinto il governo francese a reagire duramente, convocando l’ambasciatrice italiana Emanuela D’Alessandro.

Una mossa che testimonia quanto la vicenda sia stata presa sul serio a Parigi. In Italia, invece, gli alleati di governo hanno espresso posizioni molto diverse. Deborah Bergamini, responsabile Esteri di Forza Italia, ha ricordato che “la politica estera spetta al presidente del Consiglio e al ministro degli Esteri”.

Tajani: “La politica estera la facciamo io e Meloni”

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha ribadito che la linea internazionale del governo non viene influenzata dalle dichiarazioni di Salvini. “La politica estera la fanno il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri. Bisogna far valere le proprie ragioni con la forza delle idee, non con la violenza delle parole”, ha dichiarato da Rimini.

Sulla stessa linea anche Massimiliano Salini, europarlamentare azzurro, che invita a mettere un freno a una “narrazione corrosiva” che rischia di indebolire la posizione italiana nel contesto europeo.

Maggioranza spaccata, opposizioni all’attacco

Il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi ha sottolineato che “i toni e le parole non sono solo forma ma anche sostanza” e che lui non avrebbe mai usato espressioni simili, pur minimizzandone il valore offensivo. Tuttavia, per Lupi, il vero tema resta la posizione italiana sull’eventuale invio di truppe in Ucraina, a cui la maggioranza si è sempre opposta.

Dura invece l’opposizione. Elly Schlein, segretaria Pd, accusa Salvini di “imbarazzare l’Italia”, mentre Carlo Calenda e Angelo Bonelli parlano di un linguaggio da “Bar dello sport” che rischia di danneggiare la credibilità internazionale del Paese.

La linea italiana sull’Ucraina

Al centro della polemica c’è la proposta di Francia e Germania di inviare truppe in Ucraina, un’ipotesi che l’Italia ha sempre respinto. La posizione ufficiale resta quella di garantire sicurezza a Kiev sul modello dell’articolo 5 della Nato, ma senza ingresso immediato nell’Alleanza e senza truppe italiane sul campo.

La Lega ribadisce il suo no “a eserciti europei e debiti comuni per comprare armi”. Forza Italia, con Maurizio Gasparri, conferma che l’Italia non invierà soldati senza un mandato internazionale, pur restando disponibile a missioni di interposizione come avvenuto in Libano.

Tra silenzi, prese di distanza e attacchi interni, il governo Meloni si trova a gestire l’ennesima tensione in politica estera, con i riflettori puntati sulle parole di Salvini e sulle reazioni di Parigi.

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