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Bianca Balti, il racconto sul cancro: “Potrebbero essere i miei ultimi giorni”

Pubblicato: 25/08/2025 23:24

La top model rivendica il suo approccio al mondo all’insegna dell’autenticità, un cambiamento radicale che ha voluto imporsi dopo la diagnosi di tumore alle ovaie. Una scelta che l’ha portata anche a decidere di non sottoporsi all’asportazione e a ripensare il suo modo di affrontare ogni giorno.

A distanza di un anno dalla notizia che le ha cambiato la vita, Bianca Balti parla di quello che definisce l’anno più duro ma anche il «più bello» della sua esistenza: «Perché è il momento in cui sono stata così vicina alla morte che mi sono sentita così legata alla vita. È come un dolceamaro: almeno ora conosco il valore di tutto, ma ho anche molta paura del futuro». La malattia, racconta nell’intervista pubblicata sull’account di Camilla and Marc, l’ha spinta ad avvicinarsi ancora di più alla famiglia e a riscoprire il significato stesso della vita. «Sono sempre stata la principale fonte di sostentamento per le mie figlie, quindi era una grande preoccupazione: “Oh mio Dio, cosa lascerò loro?”».

Il cambiamento interiore è stato profondo. «Non ti fai più mettere i piedi in testa. Apprezzi ciò che è davvero importante quando sei così vicina alla morte», spiega. «È un mix di essere me stessa, spogliata del mio aspetto esteriore, ma anche la sensazione di “questo è dove sono. Non ho bisogno di piacere a nessuno, potrebbero essere i miei ultimi giorni, quindi non li sprecherò fingendo di essere chi non sono”».

Oggi Balti è diventata il volto di “Ovaries. Talk about them”, un movimento globale che punta a sviluppare il primo test di rilevazione precoce del cancro alle ovaie basato sul DNA. Un impegno che per lei ha un valore enorme: «In realtà ho scoperto che la gente mi apprezza di più in questo modo», confida. «Sono ancora qui, vivendo la vita in modo più profondo e significativo di quanto abbia mai fatto, assaporando ogni giorno in modo diverso».

La sua speranza, sottolinea, è riposta nella ricerca scientifica: «Ciò che mi dà forza è che, grazie a questa campagna, ci stiamo avvicinando a un test in grado di rilevare precocemente questo tumore. Questo cambierebbe tutto: da un assassino silenzioso a qualcosa che puoi scoprire presto e curare, continuando a vivere la tua vita. Sarebbe una rivoluzione».

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