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“Lì una donna che non è Chiara”. Garlasco, svolta totale: “Ha toccato ‘tutto’!”

Pubblicato: 25/08/2025 08:45

Il delitto di Garlasco continua a restare un enigma. A più di quindici anni dall’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007, non ci sono ancora certezze definitive su chi l’abbia uccisa. Le indagini che portarono alla condanna definitiva del fidanzato Alberto Stasi sono state rimesse in discussione, e oggi nel registro degli indagati compare un nuovo nome: quello di Andrea Sempio, amico del fratello della vittima.

Il quadro investigativo si è ulteriormente complicato alla luce di nuovi accertamenti condotti nella villetta di via Pascoli, ma soprattutto delle lacune emerse nei vecchi fascicoli.

La pista del Dna femminile

Secondo quanto riportato da Il Tempo, uno degli elementi più clamorosi riguarda la presenza di un Dna femminilerinvenuto nei pressi del corpo di Chiara ma non riconducibile alla vittima. L’ipotesi è che al momento del delitto nella casa dei Poggi possa essere stata presente una donna, la cui identità resta tuttora sconosciuta.

Il dato non è nuovo: era già stato repertato durante i primi sopralluoghi del Ris di Parma, ma non aveva mai avuto un peso decisivo nel processo. Ora però, riesaminando decine di pagine della vecchia inchiesta, quel particolare torna a galla come possibile chiave rimasta inesplorata.

Dove è stato trovato il materiale genetico

Il Dna in questione sarebbe stato isolato in più punti nevralgici della scena del crimine. Tracce femminili sono state individuate:

  • sul pomello della porta a soffietto della cantina,
  • sul miscelatore del rubinetto del lavabo del bagno,
  • sulla maniglia interna del portone d’ingresso, proprio accanto alla cosiddetta impronta 10, attribuita a uno degli aggressori in fuga.

La domanda, dunque, resta sospesa: a chi appartiene quel Dna? È un mistero che va ad aggiungersi agli altri nodi irrisolti di un caso che da anni divide opinione pubblica e magistratura.

Un caso senza fine

La presenza di quel materiale genetico non identificato, secondo alcuni esperti, potrebbe mettere in discussione parte delle certezze investigative che avevano portato alla condanna di Stasi. Altri, invece, ritengono che non basti a scardinare la ricostruzione giudiziaria già consolidata.

In ogni caso, gli inquirenti non possono ignorare un elemento così significativo, soprattutto se presente in zone cruciali della casa. È proprio questo che riapre il dibattito: il delitto di Garlasco, dopo anni di processi e sentenze, resta un giallo senza soluzione definitiva.

L’ennesimo mistero

Chi ha lasciato quelle tracce? Perché non furono valorizzate in passato? E soprattutto: potrebbero condurre a una presenza femminile mai presa seriamente in considerazione?

Domande che tornano prepotenti e che rischiano di riaccendere un’inchiesta che sembrava ormai conclusa. «Mistero, l’ennesimo», scrive Il Tempo, sottolineando come il Dna femminile sia l’ultimo tassello di un caso che non smette di intrecciarsi tra ipotesi, ombre e sospetti.

Il delitto di Chiara Poggi continua così a rappresentare uno dei punti più oscuri della cronaca italiana recente, un rebus che, nonostante anni di indagini e processi, non ha ancora trovato una risposta chiara.

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