Vai al contenuto

Sportelli bancari addio, 13 milioni di italiani restano senza. Perché succede e le conseguenze

Pubblicato: 25/08/2025 12:02
sportelli bancari

Il processo di concentrazione e ristrutturazione che sta interessando il settore bancario italiano rischia di ridisegnare in profondità la rete del credito. Come evidenzia un’analisi del Centro Studi Uilca Orietta Guerra, uno degli effetti più preoccupanti del cosiddetto “risiko bancario” è l’accentuarsi della desertificazione bancaria: sempre più sportelli bancari chiudono, soprattutto nelle aree interne del Paese, lasciando intere comunità prive di un presidio finanziario. Secondo lo studio, a pagare il prezzo più alto saranno circa 13 milioni di cittadini che vivono nei territori a bassa densità abitativa. Qui, già oggi, l’invecchiamento della popolazione, l’emigrazione verso le città e la trasformazione dei consumi stanno ridisegnando il tessuto sociale ed economico. Sempre più cittadini, insomma, si ritroveranno senza la possibilità fisica di ritirare denaro contante a un bancomat. E, inoltre, senza la possibilità di un luogo fisico in cui andare a chiedere magari un prestito o un finanziamento.
Leggi anche: Allarme Bisfenolo A, dove si trova, cos’è e perché è così pericoloso per la salute

I numeri delle chiusure

Nel corso del 2024 il calo è stato evidente: 614 sportelli bancari chiusi in tutta Italia, di cui 135 nelle aree interne; soltanto 108 nuove aperture, appena 34 nelle zone più isolate; su 97 comuni che hanno visto nascere nuove filiali, soltanto 31 appartengono alle aree interne (pari al 32%). Questi territori rappresentano il 48,5% dei comuni italiani (3.833) e ospitano il 22,6% della popolazione – oltre 13 milioni di persone – ma dispongono solo del 23,1% degli sportelli attivi (4.549). A fine 2024, i comuni senza alcuna filiale bancaria erano 3.380, una realtà che riguarda circa 4,6 milioni di abitanti. Il dato più allarmante, secondo il Centro Studi Uilca, riguarda la chiusura di 49 sportelli nel 2024 in comuni delle aree interne che nel 2023 avevano ancora un presidio bancario. Questa nuova ondata ha fatto salire a 1.980 il numero dei municipi senza alcun servizio bancario fisico, lasciando oltre 2 milioni di persone senza accesso diretto a uno sportello. La conseguenza è duplice: da un lato peggiora la qualità della vita di anziani e famiglie che non possono o non sanno utilizzare i servizi digitali, dall’altro si aggrava la fragilità economica e sociale di comunità già colpite dallo spopolamento.

chiusura bancomat

Le posizioni di Uilca e Abi

“I dati dimostrano che la desertificazione bancaria è un fatto e non un luogo comune — ha commentato il segretario generale Uilca, Fulvio Furlan —, come ha sottolineato anche il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli. È evidente che esiste un problema legato allo spopolamento di interi territori”. Furlan ha poi ribadito il ruolo sociale che le banche possono e devono avere: “Crediamo che gli istituti di credito, invece di limitarsi ad adeguarsi al fenomeno, possano diventare un traino per invertire questa tendenza. Il settore del credito è fondamentale per garantire servizi essenziali, come già dimostrato durante la pandemia, a persone che altrimenti rischiano di restare isolate e penalizzate”.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure