
I pescatori, con lo sguardo fisso sull’orizzonte, hanno capito che non c’era più tempo. L’aria era densa di una calma innaturale, un presagio che precedeva la furia della tempesta. Le loro barche, abituate a solcare le acque calme e agitate del mare, sono state richiamate in porto, una flotta silenziosa in cerca di riparo.
Sulla terraferma, il vento ha iniziato a fischiare tra le strade, e il suono lontano delle sirene si è unito al rumore frenetico di porte e finestre che venivano barricate. In migliaia, con i loro averi essenziali, si sono diretti verso i rifugi, lasciando dietro di sé case e negozi, trasformati in fortezze improvvisate con sacchi di sabbia. Era una lotta contro il tempo, un’antica danza tra l’uomo e la forza implacabile della natura.
Allarme tifone in Vietnman
Il Vietnam affronta l’imminente arrivo del tifone Kajiki, un evento meteorologico di notevole entità che ha già innescato una massiccia mobilitazione delle autorità e della popolazione. La gestione di questa crisi si sta dimostrando un’operazione complessa e multifattoriale, che unisce la prevenzione a un’ampia preparazione per le potenziali conseguenze. La rapidità con cui il governo e le forze armate hanno risposto riflette l’esperienza accumulata dal paese nel fronteggiare fenomeni naturali di questa portata, spesso devastanti per le comunità costiere e l’economia.
Il tifone Kajiki non è ancora approdato sulla terraferma, ma i suoi effetti si stanno già manifestando con forza. La città costiera di Vinh, in particolare, è già stata duramente colpita, con gravi inondazioni che hanno paralizzato la vita cittadina. Negozi e ristoranti hanno chiuso i battenti. I residenti si affrettano a proteggere le proprie abitazioni con l’utilizzo di sacchi di sabbia. Queste prime inondazioni sono un campanello d’allarme che anticipa la violenza della tempesta che sta per arrivare. Le misure preventive si estendono anche al settore dei trasporti, con la chiusura di due aeroporti interni e il richiamo in porto di tutte le imbarcazioni da pesca, una decisione pragmatica per tutelare i mezzi e le vite dei marinai. Anche il traffico aereo è stato duramente colpito, con la cancellazione di oltre una dozzina di voli interni, causando notevoli disagi ai viaggiatori e riflettendo la serietà della minaccia.

La risposta delle autorità e l’imponente piano di evacuazione
Il cuore pulsante della risposta vietnamita all’emergenza è l’imponente piano di evacuazione, che testimonia la serietà con cui viene percepita la minaccia del tifone. Le autorità hanno provveduto all’evacuazione di decine di migliaia di persone dalle province costiere a rischio, con una stima di oltre 325.500 residenti già trasferiti in rifugi temporanei sicuri. Questi rifugi, spesso allestiti in scuole ed edifici pubblici, offrono un riparo essenziale in attesa che la tempesta si plachi. L’efficacia di tali misure preventive è cruciale per minimizzare il rischio di perdite umane e per garantire la sicurezza delle popolazioni più vulnerabili. A supporto di questa operazione, un contingente di circa 16.000 militari è stato mobilitato, pronto a intervenire per le operazioni di soccorso. La presenza capillare delle forze armate sul territorio è un elemento chiave per la gestione dell’emergenza.
Le previsioni del Centro nazionale di previsione meteorologica del Vietnam indicano che il tifone Kajiki toccherà terra con venti che potrebbero raggiungere i 157 km/h. Tuttavia, c’è un barlume di speranza: si prevede che la tempesta perda gradualmente la sua intensità una volta raggiunta la terraferma. Questo non minimizza il pericolo, ma suggerisce che il picco di violenza potrebbe essere relativamente breve, pur rimanendo una minaccia significativa. L’onda di allerta non si ferma ai confini del Vietnam; anche la vicina isola cinese di Hainan ha reagito, evacuando circa 20.000 persone.
Il contesto storico e i costi delle calamità naturali
Il tifone Kajiki si inserisce in un contesto più ampio di crescente vulnerabilità del Vietnam ai fenomeni climatici estremi. La situazione attuale è aggravata dal fatto che il paese ha già affrontato numerosi disastri naturali nel corso dell’anno. Nei primi sette mesi del 2025, le calamità naturali hanno già causato oltre 100 vittime o dispersi e danni economici stimati in 21 milioni di dollari. Questi dati evidenziano la fragilità delle infrastrutture e l’impatto devastante che tali eventi hanno sulla popolazione e sull’economia. La memoria dei disastri passati è un fattore determinante nelle strategie di gestione del rischio, spingendo le istituzioni a non lesinare risorse e sforzi per la prevenzione e la protezione civile.