Vai al contenuto

Flat tax su straordinari e festivi, il governo cerca risorse dalle banche

Pubblicato: 26/08/2025 09:32

Una flat tax sugli straordinari, i festivi e il lavoro notturno per aumentare il netto in busta paga e sostenere i salari. È l’ipotesi su cui lavora l’esecutivo in vista della prossima manovra, con l’obiettivo di alleggerire la pressione fiscale sulle componenti variabili degli stipendi. L’idea è applicare un’aliquota ridotta, sul modello del prelievo agevolato già previsto per i premi di produttività. Ma la misura richiede coperture, e Palazzo Chigi guarda anche al sistema bancario per raccogliere parte delle risorse necessarie.

Accanto alla detassazione, il governo vuole intervenire sul tema dei rinnovi contrattuali, spesso in ritardo e con effetti diretti sull’erosione del potere d’acquisto. La Lega ha proposto di legare le retribuzioni all’andamento dell’Ipca, l’indice del costo della vita, nei casi in cui i contratti collettivi non vengano rinnovati entro due anni dalla scadenza. In questo modo gli stipendi verrebbero adeguati automaticamente a partire dal mese di luglio fino al rinnovo, evitando lunghi periodi di stagnazione salariale.

Incentivi fiscali e nodo delle coperture

L’esecutivo valuta inoltre incentivi legati alla produttività. Due le strade: una tassazione dimezzata sugli incrementi retributivi per tre anni oppure un’imposta sostitutiva al 5% per lo stesso periodo. Gli aumenti previsti dai rinnovi contrattuali, in ogni caso, partirebbero dal mese successivo alla scadenza naturale dell’accordo, indipendentemente dal ritardo.

La questione centrale resta però la copertura finanziaria. Fratelli d’Italia e Forza Italia spingono per un taglio dell’Irpef destinato al ceto medio, stimato in circa 4 miliardi, mentre la Lega punta a una nuova rottamazione delle cartelle esattoriali che potrebbe costarne altri 2. A ciò si aggiunge la stabilizzazione dell’Ires premiale per le imprese, già avviata in via sperimentale.

Dialogo con l’Abi per evitare scontri

Per trovare risorse, il governo punta a un coinvolgimento delle banche. La prossima settimana è previsto un confronto con l’Abi per concordare una misura condivisa, evitando tensioni come quelle nate due anni fa con la tassa sugli extraprofitti, poi ridimensionata. Secondo fonti di maggioranza, non si tornerà a quel modello, ma tra le ipotesi allo studio ci sarebbe un nuovo intervento sulle Dta, le imposte differite attive. Lo scorso anno la deduzione era stata sospesa per il 2025 e il 2026, un sacrificio da 4 miliardi per gli istituti di credito, che potrebbe non essere l’ultimo.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure