
Si chiamava Leonardo Di Loreto il giovane trovato senza vita a soli 27 anni a Roseto degli Abruzzi. Il corpo è stato rinvenuto davanti al computer, con indosso una maschera antigas collegata tramite un tubo a una bombola di gas refrigerante. Un’immagine che ha immediatamente aperto diversi scenari investigativi: si tratta di un malore, di un incidente o di un gesto volontario? Tra le ipotesi al vaglio, anche quella di una challenge online conclusa tragicamente.
Le indagini in corso
Come riporta Il Messaggero, l’attenzione degli investigatori si concentra su una community online fondata dallo stesso Di Loreto insieme ad alcuni amici, nella quale comparivano spesso mascherati. Le risposte più immediate arriveranno dall’autopsia, disposta dalla pm della Procura di Teramo Monia Di Marco, che coordina le indagini dei carabinieri della compagnia di Giulianova e del Nucleo investigativo di Teramo.

Determinante sarà anche l’analisi dei dispositivi elettronici del ragazzo. I carabinieri esamineranno computer e smartphone per capire se Leonardo fosse collegato in diretta su qualche piattaforma al momento della morte e per ricostruire, attraverso chat e conversazioni, eventuali legami con pratiche pericolose.
Una vita online
Conosciuto con il nickname DjFire98, Leonardo era molto attivo nel mondo digitale. Appassionato di informatica e videogames, aveva tentato di intraprendere la strada di youtuber, registrandosi mentre giocava e dispensando consigli agli utenti meno esperti.
Era una presenza costante nelle community online dedicate al gaming, dove si era costruito un piccolo seguito. Gli amici lo descrivono come un ragazzo creativo, che coltivava i propri interessi con passione e dedizione.
Il ricordo e la comunità sconvolta
Di Loreto aveva conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione all’università di Teramo. Amava gli animali e praticava moto da cross nel tempo libero. Viveva con la sua famiglia nella frazione di Santa Petronilla, sulle colline di Roseto, comunità ora profondamente colpita dalla notizia della sua morte.
Gli inquirenti, nel massimo riserbo, continuano a lavorare per chiarire se quanto accaduto sia stato frutto di una scelta consapevole o di una pratica pericolosa finita fuori controllo. In attesa dei risultati dell’autopsia e delle analisi sui dispositivi elettronici, resta il dolore per la scomparsa di un giovane che aveva ancora tutta la vita davanti. Un enigma che si intreccia con il mondo delle community digitali, dove spesso la linea tra gioco, sfida e rischio può diventare pericolosamente sottile.