
Quante volte, davanti allo scaffale del supermercato, una donna si è chiesta se davvero valga la pena spendere di più per un rasoio “da donna”, quando a pochi centimetri di distanza c’è l’equivalente maschile a un prezzo più basso? La domanda è più che legittima e a cercare una risposta ci ha pensato Consumer Reports, la storica rivista dei consumatori statunitensi, che ha analizzato le differenze tra i due prodotti e interpellato direttamente alcuni produttori. Il primo dettaglio che balza all’occhio è proprio il prezzo. I rasoi femminili costano spesso di più rispetto a quelli maschili, una dinamica conosciuta come pink tax. Non si tratta di una tassa reale, ma di una pratica commerciale diffusa: proporre articoli destinati alle donne a un prezzo maggiorato. Marchi come Gillette e Bic, messi di fronte alla questione da Consumer Reports, hanno provato a smorzare le polemiche spiegando che la differenza di prezzo non sarebbe legata al genere, bensì a fattori come materiali, design, confezione e volumi di produzione. Alla fine, hanno ricordato, è il rivenditore ad avere l’ultima parola sul prezzo esposto in negozio.
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Le principali differenza
Guardando oltre il prezzo, arriviamo alla forma. Il manico del rasoio maschile è solitamente lineare e bilanciato, pensato per radersi di fronte allo specchio e con precisione millimetrica. Quello femminile, invece, ha linee più curve e sagomate, con una sorta di “coda di sirena” che facilita la presa sotto la doccia o in punti difficili come ascelle e caviglie, dove la pelle è più delicata e l’acqua può rendere tutto scivoloso. La differenza continua nella testina. Nei rasoi da uomo è di solito piatta e compatta, progettata per affrontare peli spessi e duri come quelli della barba. Nei modelli femminili è invece più grande e arrotondata, con superfici lubrificanti più ampie, così da adattarsi meglio alle curve delle gambe e alle zone sensibili come l’area bikini. Il cuore di un rasoio, però, restano le lame. Quelle maschili devono resistere a peli descritti dagli esperti come veri e propri “fili di rame”, e per questo sono spesso supportate da stabilizzatori che le mantengono parallele anche sotto forte pressione. Nei rasoi femminili, invece, le lame sono montate su sistemi più flessibili e accompagnate da barre idratanti più ampie, pensate per ridurre al minimo irritazioni e arrossamenti.

Due mondi diversi, ma comunicanti
Alla fine, torniamo alla domanda iniziale: una donna può usare un rasoio da uomo? Certo, funziona. Così come un uomo potrebbe provare un modello da donna. Ma, sottolinea Consumer Reports, l’esperienza non sarà mai davvero ottimale. Ogni rasoio nasce con una progettazione precisa, calibrata per affrontare determinate superfici, posizioni e tipologie di pelo. Insomma: non è questione di “chi può usare cosa”, ma di quanto sia comodo ed efficace il risultato.