
Le forze dell’ordine sono impegnate in una vasta caccia all’uomo in tutta Roma e oltre, per rintracciare l’aggressore di una donna avvenuta all’alba di domenica nel parco di Tor Tre Teste. L’individuo sarebbe fuggito dalla zona poco dopo le 6 del mattino, portando con sé il cellulare della vittima, che è stato spento e forse rivenduto. Le indagini suggeriscono che l’aggressore si sia diretto verso la stazione Termini, forse a bordo di un autobus, dopo una breve sosta nella zona del Quarticciolo, nota come piazza di spaccio. Ora, la notizia dell’arresto dell’uomo.
La caccia all’uomo e gli indizi
La vittima, una donna di sessant’anni che stava portando a spasso il suo cane, è stata soccorsa dal figlio e da una vicina di casa, ai quali ha raccontato l’accaduto. Le telecamere di sorveglianza hanno ripreso l’aggressore in diversi momenti dei suoi spostamenti a piedi intorno al parco, e forse anche su un mezzo pubblico. Queste immagini, che forniscono una visione chiara del sospettato, potrebbero aiutare i carabinieri a rintracciarlo. L’individuo, descritto come un giovane presumibilmente africano, indossava un berretto scuro, una maglietta nera, pantaloni militari color avana e portava uno zainetto. Secondo un lancio di agenzia sembra che l’uomo sia stato fermato: l’impresa, però, non è stata semplice, dal momento che il ricercato non sembra aver lasciato molte tracce. Tuttavia, le indagini hanno recuperato il suo profilo genetico sia nell’area verde che dagli indumenti della vittima, un elemento cruciale per l’identificazione.
Il percorso e il telefono rubato
Gli investigatori stanno esaminando anche altri elementi e stanno cercando di rintracciare i ricettatori di telefoni rubati, specialmente nella zona della stazione, per risalire a chi potrebbe aver acquistato il cellulare della vittima. L’obiettivo è quello di individuare chi lo ha comprato per rivenderlo sul mercato nero. Le celle telefoniche hanno già permesso agli inquirenti di ricostruire il percorso del giovane dal parco fino a Termini, fornendo una traccia chiara dei suoi movimenti. Inoltre, altre telecamere potrebbero aiutare a capire la direzione che ha preso successivamente.
Nonostante il recupero di indizi fondamentali, la donna aggredita, ascoltata dai carabinieri, non è stata in grado di riconoscere l’aggressore dalle foto segnaletiche di pregiudicati e soggetti identificati che le sono state mostrate. Questa difficoltà rende ancora più complesso il lavoro delle forze dell’ordine, che ora si affidano principalmente alle prove genetiche, alle immagini delle telecamere e alla ricostruzione del percorso per identificare e arrestare il responsabile. Le indagini continuano a tutto campo, con la speranza che la combinazione di tutti gli indizi raccolti, dalla traccia genetica ai movimenti registrati, porti presto all’identificazione del colpevole e a renderlo alla giustizia.