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Fiocco arcobaleno per la politica italiana: “Mio figlio libero di scegliere”. E scoppia polemica

Pubblicato: 27/08/2025 19:03

Un fiocco azzurro e, accanto, uno arcobaleno. Così l’assessora al Sociale del Comune di Padova, Margherita Colonnello, ha voluto celebrare la nascita del figlio. Un gesto che ha suscitato un’ondata di polemiche, diventando caso nazionale. Sulla porta del suo ufficio a Palazzo Moroni, invece della tradizionale scelta tra rosa o azzurro, sono comparsi cinque fiocchi colorati come simbolo di libertà e inclusione.

La difesa dell’assessora

La Colonnello, travolta dalle critiche, ha deciso di replicare con un lungo post su Facebook:
«Nostro figlio non ha ancora due settimane. Non avremmo immaginato di dover impiegare questo tempo prezioso sommersi da una polemica nazionale sulla nostra famiglia. I leoni da tastiera si sono scatenati sulla base di una dichiarazione non riportata correttamente, riempiendoci di odio».

Poi ha aggiunto: «La ‘bestia’ ha preso il nostro discorso al Pride di Padova, pronunciato 3 mesi fa, e lo ha distorto, rendendolo macchiettistico e un contenuto facile da condividere per alimentare violenza verbale. Il nostro discorso al Pride, che chiunque può riascoltare, è stato pensato e pronunciato contro gli stereotipi di genere che ancora oggi influenzano la nostra società, generando odio e discriminazione».

Il messaggio al figlio

L’assessora ha ribadito l’intenzione del gesto: «Ci siamo sentiti di augurare pubblicamente a nostro figlio di scegliere l’arcobaleno come simbolo di amore e pace in un mondo che distorce la bellezza e la varietà della vita al solo bianco e nero. Non gli abbiamo chiesto di decidere se essere maschio o femmina. Gli abbiamo promesso, in una società ancora troppo impaurita, che saremo sempre al suo fianco, qualsiasi cosa deciderà per la sua vita e chiunque deciderà di essere. Questo per noi vuol dire amore di genitori».

E ha concluso: «Speriamo che chi si erge a ‘difensore della famiglia’ possa avere rispetto della nostra tranquillità in giorni così intensi e bellissimi. Giorni che vorremmo trascorrere solo in compagnia di nostro figlio, senza doverci difendere dagli attacchi della destra. Ringraziamo chi ci sta dimostrando solidarietà e sostegno».

La promessa fatta al Pride

La scelta del fiocco arcobaleno era stata annunciata già a maggio, durante il Padova Pride: «Ti regalerò un fiocco arcobaleno – aveva detto dal palco – perché i colori sono tutti bellissimi. E poi sceglierai tu: sarà il rosa, sarà il blu, o il verde, il rosso o il giallo».

Un messaggio che oggi si è trasformato in realtà, ma che ha acceso un acceso dibattito politico.

Le reazioni della politica

La prima critica è arrivata dalla consigliera comunale Eleonora Mosco (Lega): «Il bimbo è stato trasformato, appena nato, in un manifesto ideologico. La natura non è un catalogo: si nasce maschio o femmina, punto. Difendere i bambini significa proteggerli dalla confusione che certa sinistra vuole imporre, negando buonsenso e realtà».

Anche il vicepremier Matteo Salvini ha commentato sui social: «Congratulazioni e auguri a mamma, papà e al bimbo! Ma era proprio necessario tutto questo?».

Sulla stessa linea la senatrice di Noi ModeratiMariastella Gelmini: «Alla nascita siamo maschi o femmine. Punto. È la biologia a deciderlo: negarlo è come sostenere che la terra è piatta. Nessuno vuole mettere in discussione i diritti della comunità Lgbtq, ma posizioni come quella dell’assessore di Padova, che ha affisso il fiocco arcobaleno, rischiano di rappresentare una deriva estremista che può portare all’effetto opposto».

Durissimo anche il deputato leghista Rossano Sasso: «No, cara Signora. Si nasce maschi o si nasce femmine, e la sua ideologia non potrà mai cancellare queste differenze. Lei ha deciso di gestire la sua gravidanza come un fatto pubblico. Oggi, con la nascita di suo figlio, ha scelto di portare avanti la sua battaglia politica, strumentalizzando un neonato a fini propagandistici. Auguro a suo figlio ogni bene, soprattutto di crescere in maniera sana ed equilibrata. Dire che suo figlio si costruirà da solo la propria identità rappresenta la follia ideologica e il fallimento educativo».

Un caso destinato a far discutere

Quello che per la Colonnello è stato un gesto di amore e apertura, per molti avversari politici è diventato un simbolo di contrapposizione ideologica. Nel mezzo, un neonato che, a pochi giorni di vita, è già finito al centro di una polemica nazionale che difficilmente si spegnerà presto.

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