
Nel mondo della pallavolo italiana, un’ombra di preoccupazione e sgomento si è stesa in seguito a un grave incidente che ha coinvolto il talentuoso schiacciatore della Nazionale, Daniele Lavia. L’evento, avvenuto durante un allenamento in palestra, ha non solo scosso profondamente l’ambiente del volley, ma ha anche creato un vuoto significativo nella rosa del CT De Giorgi in vista del Mondiale che si terrà nelle Filippine dal 12 al 28 settembre.
La dinamica dell’incidente e la gravità del danno
Il sinistro è accaduto lo scorso sabato mentre Lavia, in ritiro a Verona con la squadra azzurra, si trovava nella sala pesi. Le circostanze dell’incidente, descritte in dettaglio dal GM dell’Itas Trentino, Bruno Da Re, hanno del surreale. Lavia, un atleta di circa due metri, è caduto da un plinto, e in un tragico concatenarsi di eventi, un disco di 15 chili gli è precipitato sulla mano. L’impatto è stato devastante, al punto che i presenti hanno temuto il peggio.
Le parole di Da Re rivelano tutta la drammaticità del momento: “Le due dita erano praticamente maciullate, esplose. Il quarto e quinto dito della mano destra distrutti: fratture esposte, pelle lacerata, nervi e tendini tagliati”. L’atleta è stato sottoposto a un’operazione chirurgica durata oltre tre ore. Questo infortunio, definito “gravissimo” dal dirigente, costringerà Lavia a un lungo stop: si stima che non potrà tornare in campo prima di novembre, con un periodo di recupero previsto di almeno tre mesi.
La diagnosi medica e i prossimi passi
A seguito dell’incidente, la diagnosi ufficiale ha confermato una frattura scomposta pluriframmentaria, con associate lesioni tendinee al quarto e quinto dito della mano destra. L’intervento chirurgico, eseguito tempestivamente, è stato un successo. Sebbene l’infortunio sia serio, i medici sono ottimisti riguardo al recupero di Lavia, il quale potrà riprendere la sua carriera sportiva dopo un adeguato percorso riabilitativo. L’inizio della riabilitazione è fissato tra circa due settimane. La Federazione ha precisato che tutti i passaggi, dall’infortunio al ricovero, sono stati gestiti in stretta collaborazione con lo staff sanitario del club d’appartenenza, l’Itas Trentino.

Lo scontro tra club e federazione
L’infortunio di Lavia ha innescato una vivace polemica tra l’Itas Trentino e la Fipav (Federazione Italiana Pallavolo). Il club ha espresso il proprio disappunto attraverso un comunicato dai toni severi, lasciando intendere la volontà di avviare un confronto per discutere un possibile indennizzo a causa dell’assenza prolungata del loro giocatore chiave. L’Itas ritiene che ci sia una mancanza di tutele assicurative adeguate per gli atleti quando sono in Nazionale. La Fipav, dal canto suo, ha ribadito la natura “accidentale” dell’evento e ha sottolineato il proprio impegno a tutelare il benessere dei propri atleti, garantendo di voler seguire il percorso di recupero di Lavia con la massima cura. Questo scontro, che riguarda una questione molto delicata e complessa, potrebbe portare a un dibattito normativo più ampio e potenzialmente a delle modifiche nelle attuali disposizioni. La vicenda ricorda, per la sua spinosità, la controversia tra la Lazio e la Figc dopo l’infortunio di Alessandro Nesta durante i Mondiali di calcio del 1998, dimostrando come la tutela dei giocatori in attività con le Nazionali sia un tema di fondamentale importanza.