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“Chiara Poggi riesumata? È inutile!”. Garlasco, l’avvocato di Stasi lo dice in diretta: perché ha reagito così 

Pubblicato: 28/08/2025 17:17

Le dichiarazioni dell’avvocato Antonio De Rensis, difensore di Alberto Stasi, in una recente puntata di Mediaset Morning News, riaccendono i riflettori su uno dei casi di cronaca più dibattuti d’Italia: l’omicidio di Chiara Poggi.

La condanna definitiva di Stasi, suo ex fidanzato, non ha placato il clamore mediatico, soprattutto alla luce delle nuove indagini della Procura di Pavia e della nomina della professoressa Cristina Cattaneo, un’autorità riconosciuta nel campo della medicina legale. De Rensis ha espresso la sua posizione con cautela, sottolineando che la scelta di una professionista di tale calibro non può essere casuale, ma deve avere una motivazione precisa, probabilmente legata a nuovi accertamenti su aspetti finora non pienamente chiariti.

La nomina dell’esperta e l’ipotesi della riesumazione

La nomina della professoressa Cattaneo ha sollevato immediatamente l’ipotesi della riesumazione del corpo di Chiara Poggi, una possibilità che era già stata ventilata dall’avvocato Massimo Lovati, difensore di Andrea Sempio, l’uomo attualmente indagato per omicidio in concorso. Tuttavia, De Rensis ha frenato su questa congettura, definendola “prematura e inutile”.

Secondo il legale, la Procura e la consulente si concentreranno inizialmente sui reperti già a disposizione, come le 161 fotografie e le analisi radiografiche presenti nel fascicolo d’indagine. Questa metodologia, basata su un approccio “per step”, è per De Rensis la più razionale e corretta, evitando congetture affrettate che, a suo dire, assomigliano a un lancio di moneta. L’atteggiamento prudente dell’avvocato riflette la complessità e la sensibilità del caso, nel quale ogni mossa delle parti coinvolte viene analizzata con grande attenzione dall’opinione pubblica e dagli addetti ai lavori.

Il “buco della serratura” delle indagini

De Rensis ha evocato l’immagine del “buco della serratura” per descrivere la condizione attuale di chi osserva le indagini dall’esterno. Le informazioni in possesso dei legali e del pubblico sono parziali, mentre l’intera “stanza” delle nuove indagini è accessibile solo ai pubblici ministeri e ai Carabinieri. Questa metafora sottolinea l’importanza di non trarre conclusioni affrettate e di attendere gli sviluppi ufficiali.

L’avvocato ha ribadito come sia fondamentale procedere con ordine, basandosi su dati concreti e non su speculazioni. Il riferimento a queste dinamiche interne evidenzia una profonda conoscenza delle procedure giudiziarie e una consapevolezza delle limitazioni informative che caratterizzano un’indagine in corso, un processo spesso opaco a chi non ne fa parte attivamente.

Le lacune della precedente indagine

Un punto cruciale del discorso di De Rensis è stata la critica alla precedente indagine, condotta dalla Procura di Vigevano. Il legale l’ha definita “molto lacunosa”, una delle peggiori che abbia mai visto nella sua carriera. Questa dura valutazione si basa sul fatto che, a suo dire, sono state trascurate molte cose. L’avvocato ha precisato che la sua critica non riguarda tanto i Ris (Reparto Investigazioni Scientifiche), il cui lavoro è spesso oggetto di esame, ma si estende alla gestione complessiva dell’inchiesta, che ricade sotto la responsabilità del pubblico ministero.

Secondo il legale, ogni errore o incompletezza investigativa deve essere imputato in primis a chi ha diretto le operazioni. Il suo commento non vuole essere un’accusa personale, ma una riflessione sul sistema giudiziario e sulla necessità di approfondire ciò che in passato potrebbe non essere stato fatto in maniera completa. . Questo spirito di revisione e di ricerca della verità, anche dopo una condanna definitiva, è ciò che rende il caso di Garlasco così peculiare e che continua a generare dibattito e interesse. La speranza, sia per la difesa che per chi cerca la verità, è che le nuove indagini possano finalmente fare luce su ogni ombra rimasta.

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