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Italia, violenze terrificanti sulla moglie: “Costretta anche quando era incinta…”. Il ruolo degli altri uomini

Pubblicato: 28/08/2025 11:46

Un risarcimento record per anni di violenze domestiche. Un uomo di 67 anni, già condannato in sede penale a due anni e mezzo per maltrattamenti e lesioni, è stato riconosciuto colpevole anche dal tribunale civile di Lecce e dovrà versare 320mila euro alla sua ex moglie. La decisione dei giudici evidenzia come i comportamenti dell’uomo abbiano inciso in maniera irreversibile sullo stato psicologico della donna, determinando una condizione depressiva «stabilizzata e non più suscettibile di miglioramenti».

Anni di botte e sopraffazioni

Secondo quanto ricostruito in aula, le violenze si sarebbero protratte dal 2003 al 2009, praticamente dall’inizio del matrimonio fino al momento in cui la donna ha trovato il coraggio di lasciare la casa coniugale e tornare dai genitori. Le aggressioni non si fermavano neppure durante la gravidanza: la vittima sarebbe stata picchiata e ferita anche davanti ai figli. Inoltre, il marito l’avrebbe costretta a entrare in un giro di scambisti, obbligandola ad avere rapporti sessuali con sconosciuti, persone con cui non aveva alcuna intenzione di intrattenere relazioni. Nemmeno il lavoro rappresentava una via di fuga: l’uomo l’avrebbe costretta a sostenere turni estenuanti nell’azienda di concimi dove entrambi erano impiegati, nonostante la gravidanza.

I segnali ignorati

Tra i primi a rendersi conto della situazione erano stati i familiari della donna, che avevano notato più volte lividi e ferite sul suo corpo. Il quadro emerso dalle testimonianze ha confermato un clima domestico di violenza e oppressione che ha minato profondamente la dignità della vittima.

La connessione con la depressione

Fondamentale, per la sentenza, è stata la consulenza medico-legale. Secondo gli esperti, le continue violenze hanno causato nella donna «una perdita della propria individualità, della possibilità di autodeterminarsi (anche nel ruolo di madre), assecondando i propri bisogni e la propria identità personale». Una ferita psicologica mai rimarginata che, ancora oggi, a distanza di 16 anni dalla separazione, la lascia «fortemente provata dalla perdita di progettualità di vita personale, familiare e sociale».

Una sentenza che segna un precedente

Il risarcimento stabilito dal tribunale rappresenta una delle somme più alte mai disposte in Italia in casi simili e ribadisce l’importanza di riconoscere non solo i danni fisici ma anche quelli psicologici che la violenza domestica può provocare. Per la vittima, il denaro non cancellerà anni di dolore, ma rappresenta il riconoscimento ufficiale di una sofferenza che la giustizia ha scelto di non ignorare.

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