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Russia, attacco con droni su larga scala: nel mirino Kiev, 14 morti e 10 dispersi: colpita sede delegazione Ue

Pubblicato: 28/08/2025 00:11

La Russia ha lanciato un attacco con droni su larga scala contro diverse città ucraine, con Kiev tra gli obiettivi principali. Secondo quanto riferito dal Kiev Independent, le prime esplosioni sono state udite nella capitale intorno alle 21:30, poi di nuovo verso mezzanotte, quando la difesa aerea cittadina è tornata ad attivarsi.

L’Aeronautica ucraina ha segnalato sciami composti da decine di droni in transito sulle regioni centrali e meridionali del Paese, inclusi gli oblast’ di Zhytomyr, Odessa e Mykolaiv, oltre alle aree più vicine alla linea del fronte. I raid hanno dunque interessato anche la retrolinea, lontano dai combattimenti diretti. Il bilancio è tragico: si parla di 14 morti (due sono bambini) e 30 feriti. Ci sarebbero anche una decina di dispersi.

Obiettivo: pressione sulla retrolinea ucraina

Il quadro che emerge è quello di un’azione coordinata volta a testare e mettere sotto stress la difesa aerea ucraina, spostando la minaccia ben oltre il fronte. Colpire o minacciare aree interne significa costringere Kiev a disperdere sistemi e intercettori su un raggio più ampio, aumentando i costi operativi e la complessità dell’allerta. Questo tipo di penetrazione profonda mira anche a creare incertezza sulla sicurezza di infrastrutture e logistica, elementi essenziali per la tenuta dello sforzo bellico.

La scansione temporale degli attacchi, con ondate serali e notturne, aggiunge un ulteriore livello di pressione. L’alternanza tra fasi di apparente pausa e nuovi ingaggi costringe la difesa aerea a mantenere un’elevata prontezza per ore, mentre l’uso di sciami può puntare alla saturazione dei sensori e dei canali di ingaggio. Il risultato è un logoramento graduale, che prova a sfruttare i tempi di reazione e le finestre tra un ingaggio e l’altro.

A quanto pare sarebbe stata colpita anche la sede della delegazione Ue: si sta cercando di capire quali danni ci siano stati.

A scavare sono le mani di tutti

“Tre persone sono state estratte vive da sotto le macerie. C’è un’alta probabilità che ci siano ancora persone sotto le rovine. Sono coinvolti scalatori, conduttori cinofili, psicologi, ingegneri, vigili del fuoco e personale di soccorso. Attrezzature robotiche vengono utilizzate attivamente per sgomberare l’area in modo che i soccorritori possano lavorare più rapidamente. In totale, circa 500 soccorritori e 1.000 agenti di polizia stanno lavorando contemporaneamente a Kiev”. Lo scrive su Telegram il ministro degli interni ucraino, Ihor Klymenko.

Impatto su Kiev e regioni centrali

A Kiev, il ripetersi delle esplosioni in due ondate ravvicinate segnala la persistenza della minaccia e la capacità degli assalitori di tornare a colpire anche dopo un primo ingaggio. Per la capitale, questo si traduce in interruzioni della normalità urbana e nel rafforzamento delle misure di allerta, con la popolazione costretta a convivere con la possibilità di nuovi lanci a distanza di poche ore.

Nelle regioni centrali e meridionali, dagli oblast’ di Zhytomyr a Odessa e Mykolaiv, la profondità del raggio d’azione conferma l’intenzione di tenere sotto tiro un’ampia fascia del territorio ucraino. Minacciare nodi di trasporto, aree industriali e snodi della logistica militare e civile significa incidere sulla resilienza complessiva del Paese, senza limitarsi alle immediate retrovie della linea del fronte.

Il segnale politico-militare è chiaro: le ondate di droni intendono mostrare continuità operativa e capacità di proiezione, imponendo a Kiev e ai partner la gestione di un rischio diffuso che non si esaurisce nei settori di combattimento. La scelta di impiegare sciami su un arco orario prolungato rilancia anche la partita tecnologica, in cui tempi di individuazione, tracciamento e neutralizzazione diventano decisivi per contenere gli effetti dell’attacco.

In sintesi, l’azione descritta dal Kiev Independent ridisegna per l’ennesima volta la mappa della vulnerabilità ucraina: non solo linea del fronte, ma anche retrolinea e grandi centri come Kiev entrano nello stesso perimetro di rischio, in cui la difesa aerea è chiamata a rispondere con continuità, resilienza e capacità di adattamento alle tattiche di saturazione.

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Ultimo Aggiornamento: 28/08/2025 13:29

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