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Meloni: “Vicini a Kiev, la Russia non crede nel negoziato”

Pubblicato: 28/08/2025 17:07

Roma, 28 agosto 2025 – Con un messaggio diffuso sui social, la premier Giorgia Meloni ha condannato i nuovi e intensi attacchi russi su Kiev, sottolineando come questi episodi mostrino chiaramente chi sta davvero dalla parte della pace e chi invece non ha alcuna intenzione di credere a un percorso negoziale. Meloni ha espresso la vicinanza dell’Italia al popolo ucraino, richiamando l’attenzione sulle vittime civili e sui bambini uccisi da quelli che ha definito “insensati attacchi”.

Le parole della premier si inseriscono in una fase delicata della guerra, in cui la linea italiana viene costantemente messa alla prova dalla dialettica interna alla coalizione di governo e dalla necessità di tenere insieme l’alleanza atlantica e la sensibilità dell’opinione pubblica. L’Italia, pur senza un coinvolgimento diretto sul piano militare, continua a sostenere Kiev con aiuti e supporto tecnico, ribadendo la volontà di restare saldamente all’interno del fronte occidentale.

Salvini e la linea filoputiniana

Se la posizione di Meloni è chiara, diversa è invece l’impostazione del vicepremier Matteo Salvini, da tempo collocato su posizioni considerate filo-putiniane. Nel suo discorso pubblico emerge spesso un richiamo alla necessità di fermare il conflitto attraverso soluzioni alternative alle armi e una critica aperta al sistema delle sanzioni che, a suo dire, danneggerebbero più l’Europa che la Russia. Negli anni non ha mai nascosto la simpatia per Mosca e continua a distinguersi all’interno del governo per un approccio meno intransigente nei confronti del Cremlino.

Questa linea, pur minoritaria, rappresenta un elemento di frizione costante nella maggioranza. Le sue dichiarazioni sono spesso state percepite come un tentativo di smarcarsi dalla postura atlantista della premier, dando voce a quella parte dell’elettorato che guarda con diffidenza all’idea di un sostegno prolungato all’Ucraina e che teme le ricadute economiche del conflitto.

Tajani e il fronte europeista

A bilanciare le posizioni di Salvini interviene il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che interpreta il ruolo di garante della linea europeista e diplomatica del governo. Tajani insiste sulla necessità di sostenere Kiev in modo concreto ma senza travalicare i confini che porterebbero a un’escalation militare. La sua è una postura equilibrata: da un lato ribadisce che l’Italia non invierà truppe sul campo, dall’altro difende l’importanza di fornire assistenza tecnica, come lo sminamento e il supporto umanitario, considerati essenziali per la ricostruzione del Paese.

Per Tajani, l’unità del governo su questo tema non è negoziabile e la diplomazia resta il cardine della politica estera italiana. La sua visione, pienamente inserita nel quadro europeo, funge da contrappeso ai toni più duri di Salvini e contribuisce a rafforzare la posizione internazionale della premier, che in ogni occasione ribadisce la fedeltà agli alleati e alla causa ucraina.

In questo scenario, l’Italia appare come un Paese che si muove su un equilibrio complesso: la premier Meloni al centro, con una linea atlantista chiara; il vicepremier Salvini che mantiene viva la vena filo-putiniana e critica verso l’Occidente; il ministro Tajani che garantisce la coerenza europeista e diplomaticamente allineata all’Unione. Una triangolazione che restituisce l’immagine di un governo diviso nei toni, ma ancora compatto nelle decisioni strategiche.

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Ultimo Aggiornamento: 28/08/2025 17:08

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