
L’aggressività negli sport giovanili è un fenomeno sempre più sotto i riflettori, con episodi che mettono in discussione i valori educativi delle competizioni. Il desiderio di vincere e l’intensità delle emozioni spesso sfociano in comportamenti estremi da parte di giocatori, genitori o spettatori, rischiando di trasformare eventi sportivi in vere e proprie situazioni di pericolo. La gestione delle tensioni diventa quindi cruciale, richiedendo interventi tempestivi di allenatori e dirigenti per garantire la sicurezza dei ragazzi.
Nonostante l’attenzione crescente, alcuni episodi mostrano come la linea tra entusiasmo e violenza possa essere sottile. Incidenti e liti tra giovani atleti possono degenerare rapidamente se non contenuti, mettendo a rischio l’incolumità dei partecipanti. È fondamentale promuovere educazione sportiva, rispetto delle regole e autocontrollo, valori che dovrebbero sempre prevalere durante tornei e partite amichevoli.
Follia al termine di una partita

L’episodio si è verificato nel Torinese, durante il celebre SuperOscar, torneo giovanile giunto alla 45esima edizione. Sul campo del Paradiso Collegno, le squadre Under 14 di Csf Carmagnola e Volpiano Pianese si sfidavano, con il Carmagnola che si è imposto per 1-0. Al termine della partita, l’esultanza di un giocatore carmagnolese avrebbe provocato la reazione del portiere avversario, scatenando un parapiglia tra i due ragazzi di 13 anni. Allenatori e dirigenti sono intervenuti immediatamente per cercare di sedare la rissa.
Durante il parapiglia, il padre del giovane carmagnolese ha scavalcato le recinzioni e ha aggredito il portiere avversario, colpendolo con calci e pugni. Il ragazzo è stato caricato su un’ambulanza e trasportato all’ospedale Martini di Torino, dove gli sono stati diagnosticati traumi multipli e la frattura del malleolo. L’aggressore è stato identificato dai carabinieri e ora la vicenda è al vaglio delle autorità penali e sportive.
Reazioni e provvedimenti

Andrea Mirasola, allenatore del Carmagnola, ha denunciato quanto accaduto e chiesto l’intervento della giustizia: “Ci costituiremo parte civile nel processo che accerterà i fatti”. Il presidente del Carmagnola, Alessio Russo, ha confermato l’allontanamento immediato sia del genitore che del figlio: “Ci dissociamo completamente. Quella persona non rappresenta né i nostri tesserati né i nostri valori. Purtroppo ci siamo ritrovati un deficiente in casa, si merita un Daspo a vita”.