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Von der Leyen, panico sull’aereo: “Attacco russo in volo”, cos’è successo

Pubblicato: 01/09/2025 12:35

Domenica scorsa, un presunto atto di interferenza russa ha preso di mira la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, causando il disservizio dei sistemi di navigazione GPS presso un aeroporto bulgaro e costringendo il suo aereo ad atterrare con metodi tradizionali, ovvero utilizzando mappe cartacee. L’episodio, che ha suscitato preoccupazione a livello internazionale, è stato riportato dal Financial Times e ha sollevato nuovamente il dibattito sulla vulnerabilità delle infrastrutture civili di fronte a minacce ibride e attacchi cibernetici.

L’incidente nel cielo bulgaro

L’aereo, che stava trasportando von der Leyen da Varsavia a Plovdiv, è stato colpito dal presunto attacco di disturbo elettronico (jamming) durante la fase di avvicinamento all’aeroporto della città bulgara. Secondo tre funzionari a conoscenza dei dettagli, l’intero sistema GPS dell’area aeroportuale è andato in tilt, rendendo inutilizzabili i moderni sistemi di navigazione elettronica su cui i piloti si affidano abitualmente. Uno dei funzionari ha descritto l’evento come un’operazione di “innegabile interferenza” russa.

Per un’ora, il velivolo ha sorvolato l’aeroporto, in attesa di una soluzione o del ripristino dei sistemi. La situazione è stata risolta solo grazie all’abilità del pilota, che ha dimostrato un’eccezionale prontezza e competenza, decidendo di procedere con un atterraggio manuale. Questo significa che il pilota ha dovuto fare affidamento sulle mappe analogiche e sulle proprie capacità visive e di giudizio, un ritorno a tecniche di volo che oggi sono considerate di riserva e che richiedono una formazione specializzata per essere eseguite con successo.

Le implicazioni geopolitiche dell’attacco

L’incidente di Plovdiv, se confermato come un’azione orchestrata da uno stato, rappresenta un’escalation significativa nel contesto della tensione geopolitica tra la Russia e l’Occidente. Non si tratta di un semplice attacco informatico, ma di un’operazione che ha avuto un impatto diretto sulla sicurezza aerea di un alto funzionario europeo, in un momento in cui le relazioni diplomatiche sono già estremamente tese a causa del conflitto in Ucraina. La Russia ha una comprovata esperienza nell’uso del disturbo elettronico, in particolare del GPS jamming, come tattica per influenzare il teatro delle operazioni militari. Tuttavia, l’uso di tali tecniche contro un obiettivo civile e politico di così alto profilo in un paese membro dell’Unione Europea solleva interrogativi seri e urgenti sulle misure di sicurezza necessarie per proteggere le infrastrutture critiche europee. Questo episodio evidenzia la vulnerabilità della società moderna, sempre più dipendente dalla tecnologia, e sottolinea la necessità di rafforzare la resilienza non solo dei sistemi militari ma anche di quelli civili, compresi i trasporti e le comunicazioni.

L’Unione Europea, a seguito di questo presunto attacco, sarà chiamata a una risposta decisa e coordinata. Le indagini sull’accaduto sono in corso e, una volta accertate le responsabilità, l’UE potrebbe valutare l’adozione di sanzioni mirate o altre misure diplomatiche. Ma l’aspetto più cruciale riguarda la sicurezza futura. È probabile che questo episodio spinga l’UE a investire in modo più massiccio nella protezione dalle minacce ibride e nella ricerca di alternative ai sistemi di navigazione satellitare. Le autorità dell’aviazione civile potrebbero rivedere i protocolli di sicurezza e implementare sistemi di backup più robusti per gli aerei che operano in aree considerate a rischio di interferenze elettroniche. Questo evento funge da campanello d’allarme per i leader europei, che devono riconoscere che la sicurezza non è più solo una questione militare o informatica, ma un concetto olistico che include la protezione di tutti gli aspetti della vita quotidiana e delle infrastrutture essenziali. La navigazione aerea, in particolare, è un settore in cui il rischio zero non può esistere, e la capacità di operare in assenza di tecnologia, come dimostrato dal pilota dell’aereo di von der Leyen, diventerà un elemento sempre più centrale nella formazione e nella preparazione dei professionisti del settore.

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