
Sono trascorsi oltre sei anni da quella notte iniziata al Billionaire e conclusa nell’appartamento di Beppe Grillo a Porto Cervo. Oggi e domani, nell’aula del tribunale di Tempio Pausania, si gioca una delle fasi decisive del processo per violenza sessuale di gruppo ai danni di una studentessa allora 19enne. Sul banco degli imputati ci sono Ciro Grillo e tre suoi amici, Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria.
Dopo tre anni di indagini e altrettanti di dibattimento, il collegio giudicante presieduto da Marco Contu si prepara a decidere, ma lo scontro fra accusa, parti civili e difese resta accesissimo.

Il nodo degli orari e delle uscite
Nella giornata odierna sono attese le repliche del pm e le controrepliche dei legali. Al centro della discussione, ancora una volta, la ricostruzione delle ore trascorse tra le 6 e le 9 del mattino del 17 luglio 2019.
Per il procuratore capo Gregorio Capasso, che ha chiesto nove anni di reclusione per ciascun imputato, la violenza si è consumata nella tarda mattinata, con una sequenza senza interruzioni: prima lo stupro attribuito a Corsiglia, poi le foto in pose oscene accanto all’amica addormentata della 19enne e infine la violenza di gruppo con Grillo, Capitta e Lauria.
Le difese contestano questa versione. Sostengono che il primo episodio non sia configurabile come stupro e che la ragazza sia addirittura uscita con alcuni di loro per comprare sigarette. «Mi hanno costretta a bere un beverone a base di vodka», ha raccontato invece la giovane in diverse deposizioni. Per i legali, però, sarebbe illogico che dopo una violenza la ragazza abbia accettato di rientrare nell’appartamento.
Memorie, foto e contapassi
Il pool difensivo — formato da Enrico Grillo, Andrea Vernazza, Alessandro Vaccaro, Ernesto Monteverde, Mariano Mameli, Gennaro Velle e Antonella Cuccureddu — depositerà nuove memorie, comprese foto che mostrerebbero i giovani con una donna bionda davanti a un tabacchino.
Per l’avvocata Giulia Bongiorno, che rappresenta la 19enne, «non c’è alcuna prova che la mia assistita sia uscita di casa per prendere le sigarette». E ha aggiunto che il contapassi del cellulare della ragazza «non ha segnato alcun movimento, dunque il telefonino è sempre rimasto lì».
Il giallo delle pene richieste
In un primo momento il pm aveva parlato di otto anni più uno previsto dal Codice Rosso, salvo poi correggersi: «Pena base di anni sei, più tre per la continuazione». Resta quindi l’obiettivo dei nove anni, ma con un possibile margine di riduzione in caso di condanna. Il verdetto potrebbe arrivare tra oggi e domani, anche se non è escluso uno slittamento a giovedì. Dopo le contro repliche, toccherà al collegio decidere sul destino di Ciro Grillo e dei tre amici.