Tre aerei militari israeliani hanno sorvolato la Sicilia e sono atterrati nella base di Sigonella, in provincia di Catania. L’episodio si è verificato nelle ultime ore e ha subito attirato l’attenzione delle forze politiche italiane, alimentando interrogativi sul motivo della presenza dei velivoli nello scalo siciliano.
Uno degli aerei, un KC-130H, è decollato dalla base di Nevatim, in Israele, alle 15:10, ed è atterrato a Sigonella intorno alle 18:40, ripartendo poco dopo. La sosta è stata dunque breve, ma sufficiente a sollevare sospetti e accuse da parte delle opposizioni, che chiedono spiegazioni sull’utilizzo di basi italiane da parte di forze armate straniere.
La versione ufficiale
Fonti dell’intelligence e del governo hanno cercato di ridimensionare la vicenda, precisando che i voli rientravano in operazioni tecniche già verificatesi in passato. I velivoli israeliani, secondo la ricostruzione ufficiale, si sarebbero fermati unicamente per lo scarico di merci e per i rifornimenti di carburante, senza alcun legame con attività operative o missioni militari.
L’attacco delle opposizioni
Le rassicurazioni non hanno placato le critiche. Il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli, ha accusato il governo Meloni di concedere basi italiane a uno Stato che “sta conducendo un massacro contro il popolo palestinese”. Bonelli ha chiesto se l’atterraggio non fosse invece collegato alla Global Sumud Flotilla, che in questi giorni naviga nel Mediterraneo con l’obiettivo di rompere l’assedio di Gaza.
Anche il Partito democratico ha espresso preoccupazione. Il deputato Arturo Scotto ha sottolineato che, se confermate, tali operazioni costituirebbero “una grave lesione della sovranità nazionale”, sollecitando il governo a fornire spiegazioni rapide e ufficiali.