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Calcio in lutto, è morto l’eroe del derby: “Addio bomber!”

Pubblicato: 03/09/2025 14:00

In questi momenti, la notizia di una perdita colpisce con la forza di un’onda inaspettata. Si avverte un vuoto, un dolore sordo che si diffonde silenziosamente, unendo in un sentimento comune tutti coloro che hanno conosciuto e amato una persona. Non è solo la fine di un’esistenza, ma anche la scomparsa di una storia, di un capitolo importante che si chiude. Si spengono i riflettori su un protagonista, ma le sue gesta, i suoi ricordi e le emozioni che ha saputo regalare rimangono scolpiti nella memoria collettiva, pronti a rivivere ogni volta che un pensiero si posa su di lui.

È morto Vito D’Amato

È un giorno di lutto per il mondo del calcio italiano. Ci ha lasciati all’età di 81 anni, compiuti lo scorso 27 luglio, Vito D’Amato, un nome che evoca ricordi e passioni in diverse tifoserie, in particolare quelle di Roma e Lazio. Non solo calciatore, ma un vero e proprio simbolo di un’epoca del calcio, D’Amato ha attraversato un pezzo importante di storia sportiva, lasciando un segno indelebile con la sua professionalità e il suo talento. La sua scomparsa rappresenta una perdita non solo per la sua famiglia e i suoi cari, ma per tutti coloro che lo hanno amato e sostenuto in campo e fuori.

Chi era

Nato a Gallipoli, in provincia di Lecce, il 27 luglio 1944, Vito D’Amato ha respirato calcio fin da giovanissimo. La sua passione lo ha portato lontano da casa per inseguire un sogno. È stato nelle giovanili della Lazio che ha trovato la sua seconda famiglia, un ambiente che lo ha accolto e formato, trasformandolo da promessa a giocatore pronto per il grande palcoscenico. L’esordio in prima squadra è arrivato a soli 20 anni, un momento che segna l’inizio di una carriera fatta di sacrifici, successi e colpi di scena.

È stato con la maglia biancoceleste che D’Amato ha conquistato il cuore dei tifosi. Il suo debutto, avvenuto a Marassi contro la Sampdoria, è stato solo l’antipasto di un percorso che lo ha visto protagonista in momenti cruciali. Il suo nome è rimasto impresso nella memoria dei sostenitori della Lazio soprattutto per un gesto: il gol nel derby del 1965. Quella rete non fu una rete qualunque, ma un’esplosione di gioia, una vittoria che andava oltre i tre punti in palio, confermando il suo status di idolo della tifoseria. D’Amato non era solo un attaccante, ma un’incarnazione dello spirito combattivo e passionale che i tifosi amavano.

La carriera di D’Amato ha preso una svolta inaspettata. Dopo una breve, ma significativa, parentesi con l’Inter, una delle squadre più forti dell’epoca, D’Amato è tornato nella Capitale. Ma questa volta ha scelto di indossare la maglia della Roma, la storica rivale della sua amata Lazio. Questa decisione ha diviso i tifosi, ma D’Amato ha saputo dimostrare il suo valore anche in maglia giallorossa.

È proprio con la Roma che D’Amato ha raggiunto l’apice della sua carriera, conquistando l’unico trofeo che avrebbe sollevato: la Coppa Italia nella stagione 1968-69. Questo successo non solo ha arricchito il suo palmarès, ma ha anche dimostrato la sua capacità di adattarsi a nuove sfide e di lasciare il segno in qualsiasi contesto. La sua storia sportiva è un promemoria di come il calcio, al di là delle rivalità, sia un’arena dove il talento e la dedizione possono trionfare.

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