
Un intenso dolore al petto è un campanello d’allarme che non va mai sottovalutato. Ogni anno numerosi pazienti si rivolgono al pronto soccorso con sintomi toracici, sperando di ricevere diagnosi tempestive e cure adeguate. Tuttavia, errori nella valutazione clinica possono avere conseguenze drammatiche, con complicanze che in alcuni casi possono rivelarsi fatali. La tempestività degli accertamenti strumentali e la corretta interpretazione dei sintomi sono infatti determinanti per evitare evoluzioni critiche e salvare vite.
La mancata applicazione delle linee guida cliniche rappresenta uno dei principali fattori di rischio nella gestione dei pazienti con dolore toracico. Radiografie, esami del sangue, tac e monitoraggio degli enzimi cardiaci sono strumenti fondamentali per individuare patologie complesse come infarti silenti o dissezioni aortiche, spesso difficili da rilevare senza adeguati controlli. L’omissione di questi accertamenti può portare a diagnosi incomplete, ritardi nei trattamenti e, nei casi più gravi, alla morte del paziente.
Il caso del 72enne

È quanto accaduto a un uomo di 72 anni, portato in ambulanza al Centro Cardiologico Monzino di Milano per un dolore toracico intenso. Dopo alcune ore di osservazione e controlli di routine, venne dimesso con la diagnosi generica di “dolore toracico”. Due giorni dopo morì a casa a causa di una dissecazione aortica, patologia non intercettata durante il ricovero.
Secondo la consulenza tecnica d’ufficio depositata il 3 settembre dai periti nominati dal Tribunale, i medici avrebbero omesso accertamenti clinici e strumentali fondamentali, come radiografia al torace, esami del sangue e tac, limitandosi a monitorare gli enzimi cardiaci, eseguire un ecocardioramma e due elettrocardiogrammi. Una gestione che ha portato alla constatazione di «colpa professionale per imperizia, imprudenza e negligenza».
Le responsabilità e il percorso legale
Il legale della famiglia, avvocato Andrea Marzorati, ha spiegato che prima di rivolgersi al giudice erano stati tentati tentativi bonari con l’ospedale, rimasti però senza risposta. I consulenti hanno sottolineato come la diagnosi di “dolore toracico” abbia rappresentato unicamente un sintomo, senza approfondire la reale gravità del quadro clinico. L’individuazione tempestiva della dissecazione aortica avrebbe potuto consentire interventi medici adeguati e salvare la vita del paziente.
Nonostante l’assenza di responsabilità penali, la famiglia ha intenzione di avviare una causa civile per risarcimento danni nei confronti dell’Irccs Monzino, confidando nelle conclusioni della consulenza tecnica d’ufficio. «Un’ammissione di errore e una pronta attivazione per rimediare», ha aggiunto l’avvocato Marzorati, «possono evitare ulteriori sofferenze ai familiari già provati dalla perdita e rappresentano un dovere morale verso le vittime».