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“Nei guai!” La nuova truffa che fa paura, coinvolto anche un 17enne: cosa dovete sapere

Pubblicato: 03/09/2025 09:16
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Non si ferma l’ondata di truffe agli anziani, con raggiri sempre più sofisticati e capaci di approfittare della fragilità delle vittime. Questa volta, a sorprendere, è l’identità del responsabile: un ragazzo italiano di 17 anni, che si è finto un conoscente di famiglia per mettere a segno l’inganno. La strategia è quella tristemente nota come truffa del “finto parente in difficoltà”, una messinscena che continua a mietere vittime in tutta Italia.
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Il giovane, armato soltanto di un telefono e di una storia credibile, ha costruito un inganno emotivo. Con la voce concitata, ha contattato due anziani coniugi convincendoli che il loro nipote avesse avuto un grave incidente e che fosse necessario consegnare immediatamente denaro e preziosi per aiutarlo. Un meccanismo psicologico collaudato, che in pochi minuti ha portato marito e moglie a cadere nella trappola.

L’incontro a casa degli anziani

La telefonata non è rimasta un semplice contatto a distanza. Pochi minuti dopo, il 17enne si è presentato direttamente a casa dei due coniugi, entrambi settantacinquenni residenti a Erba, in provincia di Como. Ancora agitati per la presunta disgrazia che avrebbe colpito il nipote, i due non hanno avuto la lucidità necessaria per dubitare della sua identità.

Convinti dalle sue parole, hanno consegnato tutto ciò che possedevano di valore: catenine, collane, bracciali, orologi e orecchini, un piccolo tesoro di famiglia accumulato negli anni e dal valore complessivo di diverse migliaia di euro. Quando la tensione si è abbassata e i due hanno compreso di essere stati ingannati, il truffatore era già lontano.

Il fermo a Lecco

Il destino, però, ha voluto che la fuga non durasse a lungo. A Lecco, poco distante, gli agenti della Squadra Mobile hanno notato il giovane in stazione. Il suo comportamento nervoso e agitato ha attirato l’attenzione degli investigatori, che hanno deciso di fermarlo per un controllo. All’interno dello zaino che portava con sé è stato trovato un vero e proprio tesoretto: tutti i gioielli appena sottratti agli anziani coniugi.

Alla richiesta di spiegazioni, il ragazzo non ha saputo giustificare la provenienza di quel bottino. È stato allora che le forze dell’ordine hanno collegato il ritrovamento con la segnalazione arrivata poco prima dai carabinieri di Erba, informati della truffa subita dai due anziani.

La denuncia e le conseguenze

Il 17enne è stato denunciato a piede libero per truffa aggravata e, su disposizione del magistrato di turno della Procura dei minori di Milano, affidato a una comunità educativa. La refurtiva è stata invece immediatamente restituita ai legittimi proprietari, che hanno potuto riabbracciare i loro ricordi di famiglia.

Resta la ferita emotiva lasciata dall’episodio: la consapevolezza di essere stati ingannati, la paura provata e il senso di smarrimento che spesso accompagna le vittime di questo tipo di raggiri.

Una piaga che non si arresta

La vicenda di Erba si inserisce in un fenomeno più ampio che continua a colpire soprattutto le fasce più deboli della popolazione. La truffa del finto parente sfrutta il legame affettivo e la paura per un familiare in pericolo, inducendo le vittime ad agire d’impulso senza verificare la veridicità delle informazioni ricevute.

Anche se in questo caso la prontezza delle forze dell’ordine ha permesso di fermare il responsabile e restituire i beni rubati, il caso dimostra quanto sia necessario mantenere alta l’attenzione. Gli episodi si ripetono con frequenza e i malintenzionati non esitano a coinvolgere persino minori per realizzare i propri piani.

La lezione di questa vicenda

Il caso del 17enne denunciato a Erba dimostra come nessuno sia escluso dal rischio di diventare vittima di una truffa. L’episodio si è concluso con la restituzione dei gioielli e con un provvedimento educativo nei confronti del ragazzo, ma lascia un segnale chiaro: il bisogno di proteggere gli anziani attraverso informazione, consapevolezza e vicinanza.

Le storie come questa mostrano come, dietro ogni gesto criminale, ci siano fragilità sfruttate senza scrupoli. Per gli investigatori, ma anche per la società, la sfida è quella di impedire che la paura e la solitudine diventino il varco attraverso cui i truffatori trovano spazio.

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