
Nuoto, non si placa lo scandalo che ha fatto il giro del web: le disavventure di Benedetta Pilato e Chiara Tarantino all’aeroporto di Singapore. Tutto nasce da un episodio che sembra uscito da una serie TV: il furto di tre boccette di profumo. Il clamore mediatico non si è fatto attendere, portando con sé una scia di polemiche e un danno d’immagine considerevole.
Con la notizia che rimbalza tra social e testate, la vicenda di Pilato e Tarantino è diventata argomento di discussione non solo tra gli addetti ai lavori. Ora tutti si chiedono: cosa rischiano davvero le due nuotatrici? E come cambierà il loro futuro sportivo?
Tarantino e Pilato: tra giustizia sportiva e opinione pubblica
Le conseguenze disciplinari per Pilato e Tarantino rimangono un’incognita, ma nel frattempo la scena si sposta in Italia. Chiara Tarantino affronta ora una serie di colloqui cruciali: resterà nel centro sportivo della Guardia di Finanza a Castelporziano, pronta a spiegare ai suoi superiori cosa è accaduto a Singapore.
Al centro della questione c’è la sua versione dei fatti, già raccontata agli inquirenti di Singapore, dove la confessione ha evitato il peggio. L’avere ammesso l’errore potrebbe salvarla da pesanti sanzioni, ma l’ombra di un allontanamento dal gruppo sportivo resta. Tutto dipende da quanto la sua sincerità sarà valutata come attenuante.
Sotto i riflettori: la Procura Federale e il rischio squalifica
La situazione si complica con l’intervento della Procura Federale, guidata da Angelo Sammarco. Sia Pilato che Tarantino saranno convocate a breve per chiarire comportamenti “tutt’altro che esemplari”. Le decisioni della Finanza e della Procura potrebbero intrecciarsi, ma la prospettiva di una squalifica temporanea sembra concreta.
Un provvedimento che avrebbe un doppio peso: punire e dare l’esempio a tutto il movimento. Ma soprattutto, metterebbe a serio rischio la loro presenza agli Europei e in altre manifestazioni internazionali.
Pilato si difende: “Starò più attenta alle persone di cui mi circondo”
Al centro del dibattito anche la posizione di Benedetta Pilato. L’ex campionessa mondiale si è sempre detta innocente e ha dichiarato: “Starò più attenta alle persone di cui mi circondo“. Un messaggio chiaro che però potrebbe scontrarsi con la versione della Tarantino, intenzionata a non passare come unica responsabile.
Anche Pilato aveva ammesso la propria colpa alle autorità di Singapore, una scelta fatta – come ha spiegato – solo per uscire dal fermo ed evitare conseguenze peggiori. Un gesto che pesa nella valutazione della vicenda e che potrebbe influire sulle decisioni future.
Il clima nella squadra e la parola al tecnico
Le conseguenze interne al gruppo non sono mancate: rapporti incrinati e tensioni palpabili. Il commissario tecnico Cesare Butini non ha usato mezzi termini: “Hanno causato un danno al nuoto italiano, un fatto grave“. Ora la palla passa alle istituzioni, che dovranno decidere in fretta per ristabilire la serenità in vista della nuova stagione agonistica.
La storia di Pilato e Tarantino mostra come le scelte, anche quelle più impulsive, possano cambiare drasticamente la percezione pubblica di atleti abituati a brillare solo per i risultati in vasca. Un monito (e uno spunto di riflessione) per tutto il mondo dello sport.