Vai al contenuto

Prete accusato di pedofilia, il vescovo di Bolzano lo trasferisce: “Non potrà stare da solo con minorenni”

Pubblicato: 03/09/2025 11:02
prete pedofilia vescovo Bolzano

Da gennaio, la Diocesi di Bolzano-Bressanone ha adottato misure specifiche nei confronti di don Giorgio Carli, sacerdote in passato accusato di abusi sessuali su una minorenne. La vicenda giudiziaria del parroco è stata complessa: assolto in primo grado, poi condannato in appello a sette anni e sei mesi, con la Cassazione che ha annullato la sentenza per prescrizione, confermando però la responsabilità civile. L’accordo extragiudiziale ha concluso il caso con un risarcimento danni alla vittima.
Leggi anche: Don Capovilla, il prete che non vuole Israele “Sotto il cielo di Gaza”

Dal primo settembre, don Carli è stato nominato collaboratore pastorale in Alta Pusteria. Il nuovo incarico prevede condizioni stringenti di monitoraggio e limitazioni, in continuità con quanto applicato negli ultimi mesi, dopo che il suo caso era emerso nuovamente con la pubblicazione del report indipendente sugli abusi nella diocesi altoatesina.

Il gruppo di esperti e le raccomandazioni

Dopo l’uscita della perizia commissionata allo studio legale Westpfahl – Spilker – Wastl di Monaco di Baviera, che ha analizzato i casi di abusi nella diocesi tra il 1964 e il 2022, i vertici diocesani hanno istituito un gruppo interdisciplinare di sei esperti: tre interni e tre esterni. Tra questi vi sono un’avvocata, una psicoterapeuta e uno psichiatra, incaricati di elaborare misure adeguate da un punto di vista giuridico, medico ed ecclesiale.

Le raccomandazioni spaziano dal divieto di celebrare la Messa pubblica all’accompagnamento psicologico, fino alla restrizione delle attività pastorali con minori e a un monitoraggio costante da parte di referenti designati. Nel caso di don Carli, la diocesi ha imposto tre condizioni specifiche: obbligo di seguire un percorso psicologico, divieto di attività pastorali con bambini e adolescenti senza la presenza di altri adulti, e supervisione continua con feedback regolari.

Trasparenza e responsabilità del vescovo

Il vescovo Ivo Muser ha incontrato sacerdoti e presidenti dei consigli pastorali parrocchiali in Alta Pusteria per illustrare la situazione. «Mi assumo consapevolmente la responsabilità dell’impiego di don Giorgio Carli», ha dichiarato, sottolineando che le decisioni seguono le indicazioni del gruppo di esperti e rispettano condizioni quadro precise.

La diocesi ha ribadito che la tutela dei minori è la priorità assoluta e che don Carli «accetta con assoluta applicazione e serenità queste misure». L’inserimento del sacerdote è stato accompagnato da un confronto preventivo con le comunità locali, con comunicazioni chiare sul possibile trasferimento già a giugno, tramite il vicario generale Eugen Runggaldier.

La risposta della diocesi al report sugli abusi

Le restrizioni adottate rappresentano uno degli esiti più concreti della risposta diocesana al report sugli abusi pubblicato a gennaio, che aveva sollevato grande attenzione pubblica in Alto Adige. Lo studio aveva documentato decenni di omissioni e mancate prese di posizione nei confronti dei sacerdoti responsabili.

Rendere pubblici i criteri di valutazione e le limitazioni imposte ai sacerdoti ancora in servizio è interpretato dalla diocesi come un tentativo di discontinuità rispetto al passato. Tuttavia, resta un dibattito aperto: se non vi sono rischi, perché applicare restrizioni così stringenti? Se vi sono rischi, perché lasciare un parroco al servizio delle comunità?

Passi futuri e formazione

La diocesi ha annunciato ulteriori iniziative sul piano istituzionale e formativo. Il prossimo 7 novembre, al Centro pastorale di Bolzano, si terrà il convegno «Il coraggio di agire», durante il quale saranno illustrate nel dettaglio le raccomandazioni del gruppo di esperti e la loro applicazione concreta nei diversi casi.

Il percorso di don Carli rappresenta oggi un equilibrio delicato tra la possibilità di continuare il ministero e la necessità di garantire sicurezza e protezione dei minori, segnando un momento simbolico nella gestione dei casi di abuso nella diocesi altoatesina. La trasparenza sulle misure e il coinvolgimento preventivo delle comunità locali sono considerati passi fondamentali per ristabilire fiducia e responsabilità all’interno della Chiesa locale.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure