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Processo Grillo jr, la notizia shock: “Si è tolto la vita”, ora cambia tutto

Pubblicato: 03/09/2025 11:36

Processo a Ciro Grillo, tutto si ferma proprio sul finale: la sentenza più attesa degli ultimi anni viene rimandata, lasciando tutti con il fiato sospeso. Un evento improvviso ha cambiato il corso della giornata in tribunale, dove si attendeva la parola definitiva su una vicenda che ha alimentato il dibattito per anni.

Un colpo di scena emotivo ha travolto l’aula, interrompendo ogni certezza: il processo resta sospeso, aggiungendo un altro capitolo di attesa e tensione a questa storia già ricca di colpi di scena.

Un dramma personale blocca il procedimento

Poco prima dell’apertura dell’udienza, una notizia sconvolgente: il figlio di Marco Contu, presidente del collegio giudicante, è improvvisamente scomparso. Sarebbe lui, infatti, il ragazzo che ieri si è suicidato in metro a Roma. L’annuncio ha gelato il clima in tribunale, costringendo a sospendere le ultime repliche e il verdetto finale.

La data per riprendere è ora fissata per il 22 settembre. Nonostante la disponibilità del giudice Contu a tornare subito in aula, la maggior parte degli avvocati ha scelto di rispettare il dolore di un padre colpito da una perdita così grande, preferendo rimandare tutto.

Attesa e tensione per la sentenza

Al centro del processo ci sono Ciro Grillo, figlio di Beppe Grillo, e altri tre giovani: Francesco Corsiglia, Vittorio Lauria ed Edoardo Capitta. La Procura ha chiesto per tutti e quattro una condanna a nove anni di carcere.

Durante le ultime battute, il procuratore Gregorio Capasso ha ricordato le accuse della ragazza: “Prendila, adesso tocca a me”, una frase che pesa come un macigno in aula. L’arringa di Giulia Bongiorno, legale della parte civile, ha sottolineato la sofferenza della giovane e la difficoltà di denunciare una violenza.

La voce della presunta vittima

Con il nome di fantasia Silvia, la ragazza aveva accusato i quattro giovani di violenza, firmando verbali dettagliati già nel 2019. Sei anni dopo, aspettava in aula la fine di un incubo, pur sapendo che tornare in Sardegna sarebbe stato un momento di forte ansia.

Secondo la difesa, la vita di Silvia è stata “radiografata e sezionata” in ogni dettaglio, ma lei non ha mai rinunciato a ribadire la propria versione, nonostante la pressione mediatica e processuale.

Le strategie della difesa e le polemiche in aula

Dalla parte degli imputati, gli avvocati hanno puntato sulle contraddizioni nei verbali di Silvia. Il legale Enrico Grillo ha evidenziato 387 punti critici nelle dichiarazioni della ragazza e sottolineato i tanti “non ricordo” dei testimoni.

Alcuni legali hanno anche suggerito che Silvia avrebbe potuto fuggire, vista la presenza di altre persone nella villa. Un’affermazione che ha scatenato forti reazioni tra i presenti. La parte civile, invece, ha parlato di un “clima sessualmente predatorio” nelle chat tra i ragazzi, sottolineando il clima ostile verso le donne.

Anni di attesa e riflettori sempre accesi

La denuncia risale al 2019: sei anni tra indagini e processi, con la costante attenzione dei media. Il rinvio della sentenza prolunga l’attesa, lasciando irrisolte domande e tensioni in un caso che ha superato i confini della cronaca giudiziaria.

Il coinvolgimento del figlio di Beppe Grillo ha reso il processo un evento mediatico, alimentando dibattiti e opinioni in tutta Italia. L’attenzione resta altissima, mentre si attende la conclusione definitiva.

Il conto alla rovescia verso il verdetto

Ora non resta che attendere il 22 settembre: solo allora si saprà se la versione di Silvia verrà giudicata credibile o se prevarrà la linea difensiva degli imputati. Un finale ancora tutto da scrivere in una vicenda che tiene tutti con il fiato sospeso.

Fino ad allora, il processo a Ciro Grillo resta in stand-by, una storia che continua a far discutere e che attende da anni una parola definitiva.

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