
Negli ultimi anni i richiami alimentari sono diventati uno strumento fondamentale per tutelare la salute dei cittadini. Le aziende della grande distribuzione e i produttori sono sempre più attenti a segnalare, anche in via precauzionale, eventuali rischi legati ai propri prodotti, così da evitare conseguenze potenzialmente gravi per i consumatori.
Il tema della sicurezza alimentare è centrale soprattutto quando si parla di prodotti freschi o lattiero-caseari, che per loro natura richiedono controlli accurati e continui. In questi casi la tempestività nell’informazione e nella gestione del richiamo rappresenta un fattore determinante per garantire la massima protezione della salute pubblica.
Il prodotto richiamato

Un lotto di Provolone Valpadana DOP è stato ritirato dai supermercati italiani per il rischio di possibile contaminazione da Listeria monocytogenes. La decisione è arrivata dal gruppo Selex, che ha annunciato il richiamo attraverso la sezione del proprio sito dedicata alla sicurezza alimentare, precisando che si tratta di una misura disposta in via del tutto precauzionale.
Il richiamo riguarda il Provolone Valpadana DOP a marchio Selex, venduto in confezioni preincartate da 250 grammi. La produzione è stata effettuata dall’azienda Alimenta S.p.A. Società Unipersonale, nello stabilimento di Noventa di Piave, in provincia di Venezia.
Lotto ritirato e avvertenze per i consumatori

Il prodotto interessato è identificato dal lotto 3018956, con termine minimo di conservazione fissato al 6 novembre 2025. Le confezioni sono già state tolte dagli scaffali, ma chi avesse acquistato il formaggio in precedenza è invitato a non consumarlo e a riportarlo nel punto vendita. In cambio, è previsto il rimborso immediato. Per ulteriori chiarimenti Selex mette a disposizione il numero verde 800 992 992, scusandosi con i clienti per il disagio.
I rischi legati alla Listeria monocytogenes
La Listeria monocytogenes è un batterio che può causare la listeriosi, una tossinfezione alimentare che varia in gravità a seconda delle condizioni di salute del soggetto. Nei casi più lievi provoca una gastroenterite acuta febbrile, con sintomi che compaiono a poche ore dall’ingestione e che tendono a risolversi spontaneamente nelle persone sane.
Nei casi più gravi, invece, l’infezione può evolvere in forme sistemiche con meningiti, encefaliti e gravi setticemie. Secondo l’Istituto superiore di sanità, l’incubazione può arrivare anche a 70 giorni, rendendo il monitoraggio e la prevenzione particolarmente delicati.