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“Tutti morti”. Invasione spaventosa in Italia: è allarme. Controlli sul posto

Pubblicato: 03/09/2025 19:57

Un nuovo allarme ambientale arriva da un bacino idrico del Sud Italia, dove le immagini diffuse da un’associazione attiva nella tutela del territorio mostrano un fenomeno già noto ma mai risolto. La scena è quella di decine di pesci morti galleggianti sull’acqua, un segnale inquietante che riaccende l’attenzione sullo stato di salute di alcune aree interne.

Il caso ha suscitato preoccupazione non solo per l’impatto ambientale diretto, ma anche per le possibili ripercussioni sull’intera filiera agroalimentare locale. Il bacino in questione, infatti, è utilizzato a fini irrigui per i terreni agricoli che riforniscono un ampio territorio.

Morìa di pesci nella diga del Basentello: scatta la segnalazione

A documentare l’accaduto è stato un video diffuso dall’associazione “Cova Contro”, che da anni denuncia situazioni di potenziale rischio ambientale. Le immagini arrivano dalla diga del Basentello, situata tra i territori comunali di Irsina (in provincia di Matera) e Gravina in Puglia (nel Barese). Si tratta di un bacino noto per la pesca sportiva, ma anche e soprattutto per la sua funzione irrigua a servizio dei campi coltivati nell’area del comprensorio Bradano–Metapontino.

La presenza di numerosi pesci morti ha generato forti timori: se la causa dovesse essere riconducibile alla qualità dell’acqua, le ricadute potrebbero coinvolgere anche le colture agricole e, indirettamente, i consumatori.

Secondo quanto anticipato, la segnalazione è stata indirizzata all’Istituto Zooprofilattico di Puglia e Basilicata, che provvederà ad analizzare i campioni di fauna ittica per determinare le cause della morìa. Nel caso in cui venga confermata la correlazione con l’inquinamento, la questione passerà sotto la responsabilità dell’Arpa Basilicata, ente competente per il monitoraggio delle acque.

L’associazione ambientalista ha richiesto massima trasparenza e celerità nei controlli, sottolineando come episodi simili si siano già verificati in passato senza un seguito concreto. In attesa dei risultati ufficiali, resta alta l’attenzione dei cittadini e degli agricoltori dell’area, che temono conseguenze a lungo termine su ambiente, salute e lavoro.

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