Vai al contenuto
Ultim'ora

Elisa uccisa sulla spiaggia, cosa hanno trovato sulla ruspa che l’ha travolta: scioccante

Pubblicato: 04/09/2025 11:25
Elisa Spadavecchia Cervia cocaina

Le spiagge estive dovrebbero essere luoghi di relax, di risate e di calma. I bambini giocano con la sabbia, le famiglie si godono il sole, mentre i turisti passeggiano osservando il mare. Ma a volte, in una manciata di secondi, la normalità si spezza e la tragedia irrompe inaspettata, lasciando dietro di sé dolore e incredulità.
Leggi anche: Ruspe sul centro conosciuto in tutta Italia, Salvini esulta: sta succedendo adesso

Il 24 maggio scorso, una giornata di sole a Pinarella di Cervia si è trasformata in un incubo per una famiglia e per chiunque si trovasse sulla spiaggia. Un incidente che avrebbe lasciato ferite indelebili nella comunità e aperto interrogativi sulla sicurezza e sulle responsabilità.

L’incidente e le indagini

Quel giorno, la turista vicentina Elisa Spadavecchia, 66 anni, stava trascorrendo una giornata tranquilla sulla spiaggia quando è stata travolta da una ruspa guidata da Lerry Gnoli, 54 anni. L’impatto è stato fatale: Elisa ha perso la vita sul colpo, lasciando nello sconforto la famiglia, gli amici e i presenti.

Le indagini sono state immediatamente avviate dai carabinieri, con il Ris di Parma incaricato dalla Procura di Ravenna di eseguire accertamenti tecnici irripetibili. I risultati hanno confermato la presenza di tracce di cocaina sulla ruspa, aprendo nuovi scenari sulle dinamiche dell’incidente e sullo stato psicofisico dell’autista al momento del tragico evento.

Le responsabilità dell’autista

Gnoli, già noto alle forze dell’ordine per precedenti incidenti, si trova in carcere dal 28 giugno con l’accusa di omicidio colposo aggravato e violazioni delle norme sulla sicurezza sul lavoro. Secondo gli investigatori, la droga potrebbe essere stata assunta poco prima di mettersi alla guida della ruspa. Sebbene l’uomo avesse ammesso un uso passato di cocaina, i test del sangue hanno indicato un consumo recente, sufficiente a compromettere le capacità di guida.

La famiglia della vittima, intervistata dal Resto del Carlino, non si dice sorpresa. Il marito di Elisa, Giovanni Sfregola, colonnello dei carabinieri in pensione, ha dichiarato: «Che oggi si confermi che ne faceva ancora uso non mi stupisce, era evidente da subito. Ciò che più sconvolge è la manovra in pieno giorno, con la spiaggia che cominciava a riempirsi».

Un quadro di gravissime irregolarità

Il procedimento a carico di Gnoli è aggravato da una lunga serie di contestazioni. Secondo quanto ricostruito, l’uomo guidava la ruspa con patente revocata, mezzi privi di targa e segnalatori, operando in un’area di lavoro senza delimitazioni né avvisi. L’insieme di queste violazioni aumenta la gravità delle accuse e mette in luce una gestione superficiale e irresponsabile della sicurezza.

Non si tratta di un episodio isolato. Nel 2022, Gnoli aveva già investito e ucciso un anziano sulle strisce pedonali, sempre sotto effetto di cocaina, per il quale aveva riportato una condanna a due anni e mezzo per omicidio stradale. La ricorrenza di comportamenti simili contribuisce a delineare un quadro allarmante, in cui la recidiva e la pericolosità sociale diventano elementi centrali del processo in corso.

Le implicazioni legali e sociali

Il caso di Elisa Spadavecchia ha sollevato interrogativi sul controllo delle norme di sicurezza, sulla responsabilità civile e penale di chi opera con mezzi pericolosi e sul ruolo della prevenzione per evitare tragedie simili. La presenza di droga sulla ruspa al momento dell’incidente aggiunge ulteriori elementi di gravità, potenzialmente aggravanti per la posizione dell’imputato.

La vicenda ha anche un impatto emotivo sulla comunità locale e sui turisti: una giornata di vacanza trasformata in tragedia ha evidenziato quanto sia cruciale rispettare le regole di sicurezza e quanto le azioni individuali possano avere conseguenze irreparabili.

Un ricordo che resta

Elisa Spadavecchia sarà ricordata come una donna amata dai suoi cari e dai compagni di viaggio in vacanza. La tragedia che l’ha colpita sottolinea la fragilità della vita di fronte all’imprudenza e alla superficialità, mentre le indagini e il processo a carico di Lerry Gnoli rappresentano un momento chiave per la giustizia, chiamata a fare chiarezza su responsabilità e colpe.

La vicenda resta aperta, tra dolore e ricerca di verità, con la speranza che episodi simili non si ripetano e che la sicurezza sulle spiagge e nei luoghi pubblici venga finalmente garantita a tutti.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure