
È morto oggi Giorgio Armani, uno dei più grandi stilisti italiani e icona mondiale della moda. La sua azienda ha dato l’annuncio con una nota ufficiale: “Con infinito cordoglio, il gruppo Armani annuncia la scomparsa del suo ideatore, fondatore e instancabile motore: Giorgio Armani. Il Signor Armani si è spento serenamente, circondato dai suoi cari. Infaticabile, ha lavorato fino agli ultimi giorni, dedicandosi all’azienda, alle collezioni, ai diversi e sempre nuovi progetti in essere e in divenire”.
La notizia arriva a pochi giorni dall’ufficializzazione di un’operazione a cui Armani teneva in modo particolare: l’acquisto della Capannina di Franceschi, storico locale di Forte dei Marmi, icona della Versilia e della mondanità italiana. La trattativa si è chiusa a fine agosto, ma oggi quell’investimento assume un valore simbolico ancora più profondo.

Un luogo legato a un incontro decisivo
“Per Giorgio Armani, da sempre legato a Forte dei Marmi, rifugio personale e luogo di vacanza, questa acquisizione rappresenta un gesto affettivo, un ritorno alle origini. Proprio lì, negli anni Sessanta, conobbe il suo compagno e socio Sergio Galeotti”, si legge nella nota diffusa in occasione dell’acquisto.
Un acquisto che dunque non risponde soltanto a logiche imprenditoriali, ma rappresenta un omaggio alla memoria del compagno di vita e di lavoro, colui che lo convinse a fondare, nel 1975, la maison destinata a rivoluzionare il concetto di eleganza.
Le cifre ufficiali non sono state comunicate, ma le indiscrezioni parlano di un esborso di circa 12 milioni di euro. La nuova gestione entrerà in vigore dall’estate 2026.
La Capannina, simbolo della Versilia
Fondata nel 1929 da Achille Franceschi, la Capannina è da quasi un secolo un punto di riferimento della vita notturna italiana. Nel 1977 venne acquistata da Gherardo e Carla Guidi, consolidando la sua fama negli anni Ottanta anche grazie al film Sapore di Mare di Carlo Vanzina, che la rese il cuore della movida di alto livello della Versilia.
Con l’arrivo di Giorgio Armani, il locale si preparava a una nuova fase, capace di unire tradizione e modernità sotto il segno di quello stile sobrio e raffinato che ha reso inconfondibile il marchio.
La morte dello stilista, proprio a ridosso di questa acquisizione dal forte valore sentimentale, consegna alla storia l’immagine di un uomo che fino all’ultimo ha intrecciato vita privata, amore e lavoro in un’unica trama. Il suo ultimo gesto imprenditoriale resta un tributo al passato e al compagno che lo ispirò, Sergio Galeotti.