
Si era trasformata in un viaggio di piacere, una corsa lenta e panoramica tra i vicoli della capitale portoghese. Un tragitto che, per residenti e turisti, è un’icona della città. Ma in pochi attimi, la salita verso il Bairro Alto si è trasformata in un incubo fatto di lamiere accartocciate, urla e disperazione.
Mercoledì pomeriggio la funicolare Gloria di Lisbona è deragliata e si è schiantata contro un edificio adiacente ai binari, causando 15 morti e almeno 20 feriti, di cui cinque gravi. Tra le vittime figura anche il conducente del mezzo. Secondo le prime ricostruzioni dei vigili del fuoco, un cavo avrebbe ceduto oppure non avrebbe funzionato il sistema frenante. Il vagone, dopo la caduta dal punto più alto del percorso, si è accartocciato nell’impatto, generando il panico anche tra i passanti che hanno cercato riparo nelle strade vicine.
La testimonianza dell’italiana sopravvissuta
A raccontarlo, con la voce spezzata dallo shock, è anche una donna italiana di 33 anni, tra i feriti dell’incidente. «È successo tutto all’improvviso, la funicolare procedeva a una buona velocità, quando abbiamo sentito il boato», ha dichiarato. Per lei solo ferite lievi, ma rimane la paura impressa negli occhi. L’Ambasciata italiana a Lisbona, in contatto con Farnesina e autorità locali, ha confermato che le sue condizioni non destano preoccupazioni.
Sul posto sono accorsi immediatamente i soccorsi, con ambulanze e mezzi di protezione civile. Presenti anche il sindaco Carlos Moedas e il ministro delle Infrastrutture Miguel Pinto Luz, che hanno definito l’accaduto un «incidente gravissimo, senza precedenti».
Il presidente della Repubblica Marcelo Rebelo de Sousa e il primo ministro Luis Montenegro hanno espresso cordoglio per le vittime, proclamando il lutto nazionale.
La funicolare di Gloria, costruita nel 1885 e dichiarata monumento nazionale nel 2022, era uno dei simboli di Lisbona, con una capienza di 45 persone e circa un milione di passeggeri l’anno. In passato aveva già registrato guasti, ma mai un incidente di questa gravità.