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Covid Italia, fine estate da incubo: impennano i casi e i sintomi tornano pesanti. Ecco quali

Pubblicato: 05/09/2025 12:07

Il Covid non è mai davvero sparito. A ricordarlo è il virologo Mauro Pistello, direttore dell’Unità di virologia dell’Azienda ospedaliera universitaria di Pisa e tra i fondatori della rete di sequenziamento dell’Iss. «Il virus Sars-CoV-2 non ci ha mai abbandonato e come negli anni precedenti in questo periodo post vacanze sta girando di più – ha spiegato – e ne vediamo gli effetti con i casi in lieve aumento».

La nuova variante: “Stratus”

Secondo Pistello, l’ultima indagine conferma che la variante dominante in Italia è la XFG, ribattezzata “Stratus”, già oltre il 50% dei contagi e arrivata dagli Stati Uniti come frutto della ricombinazione di altre mutazioni. Una dinamica che, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, sta coinvolgendo diversi Paesi europei, dalla Grecia all’Irlanda, dalla Romania alla Francia, con incrementi visibili di incidenza.

In Italia la situazione appare più contenuta: «Non c’è un allarme – precisa Pistello – vediamo qualche ricovero soprattutto tra gli over 80 con comorbidità».

Tornano i “vecchi” sintomi

Un altro aspetto rilevante è il ritorno di disturbi che avevano segnato la prima fase della pandemia. «Molti positivi lamentano nuovamente la perdita improvvisa di olfatto e gusto – ha detto il virologo – segno che il virus tende a colpire ancora queste aree, compromettendole temporaneamente. Restano poi i sintomi più noti: febbre anche alta e problemi respiratori».

Lo scenario autunnale

Guardando ai prossimi mesi, Pistello lancia un monito: «Se osserviamo i dati delle vaccinazioni non vediamo segnali positivi. Una parte della popolazione più fragile, over 60-70, ha perso nel tempo la protezione immunologica, vuoi perché l’ultima vaccinazione risale a molto tempo fa, vuoi perché il calo dei contagi ha ridotto l’esposizione naturale».

Per questo, secondo l’esperto, servono due azioni: «Le autorità devono rafforzare la campagna vaccinale autunnale spingendo sulla doppia protezione, anti-influenzale e anti-Covid. E i cittadini dovrebbero scegliere la doppia vaccinazione: abbiamo visto che è sicura ed efficace».

Sul tema obbligo, Pistello è netto: «Mi pare difficile pensare a una scelta di questo tipo per l’Italia. Serve invece mantenere alta la copertura vaccinale, senza abbassare la guardia».

L’appello di Matteo Bassetti

Sulla stessa linea, anche se con toni diversi, l’infettivologo Matteo Bassetti, direttore delle Malattie infettive al policlinico San Martino di Genova. «C’è un ritorno del Covid in Italia, come accade anche in altri Paesi europei e negli Usa. Una delle ragioni è chiara: la maggioranza della popolazione ha fatto tre dosi di vaccino, ma l’ultima è ormai di quattro anni fa».

Per i più giovani la situazione resta gestibile: «Quando si ammalano sviluppano forme lievi, simili a un’influenza: due o tre giorni a letto, febbre, mal di gola, perdita di sapori e odori». Diverso il discorso per gli anziani: «Molti ci dicono di aver fatto il vaccino nel 2021, ma proprio loro e i fragili dovrebbero sottoporsi a un richiamo annuale. Se non lo fanno, restano esposti».

Una sfida ancora aperta

Bassetti chiude con un appello diretto: «Il prossimo autunno il ministero della Salute e le Regioni devono concentrare gli sforzi su over 80 e fragili. Lo scorso anno solo il 5% della popolazione generale ha fatto il richiamo: un dato imbarazzante se pensiamo all’impegno messo nelle campagne vaccinali del 2021».

Un messaggio chiaro: il virus continua a circolare e non è il momento di abbassare la guardia.

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