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Liliana Resinovich, nuove analisi sui reperti: cosa spunta fuori. La rabbia del fratello

Pubblicato: 05/09/2025 18:01
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Drammatici sviluppi nel caso della morte di Liliana Resinovich. A quasi quattro anni dalla sua scomparsa e dal ritrovamento del suo corpo, le indagini si intensificano con nuove analisi sui reperti. Il dipartimento di medicina legale del Policlinico di Ancona si prepara a condurre esami cruciali che potrebbero fornire risposte definitive sulla dinamica della sua morte.

Nuove analisi e indagini in corso

A partire dall’8 settembre, verranno eseguite nuove analisi tecniche sui reperti legati al caso. Questi esami, disposti in incidente probatorio, includono perizie genetiche, merceologiche e dattiloscopiche. Tra gli oggetti esaminati ci sono alcune lame, fili di stoffa simili a quelli di un maglione appartenente al marito di Liliana, Sebastiano Visintin, e un guanto. La procuratrice capo di Trieste, Patrizia Castaldini, ha sottolineato l’importanza di attendere l’esito di questi accertamenti prima di trarre qualsiasi conclusione. Il fratello di Liliana, Sergio Resinovich, si è detto contento del prosieguo delle indagini, pur mantenendo il riserbo sui dettagli degli accertamenti.

Le posizioni contrapposte

Mentre la Procura continua le indagini, le strategie legali delle parti coinvolte mostrano posizioni contrastanti. La difesa di Visintin ha presentato un ricorso contro la decisione del GIP di escludere una terza perizia medico-legale sul corpo di Liliana. Questo ricorso è stato ammesso dalla Cassazione e l’udienza si terrà il prossimo 18 novembre. Sergio Resinovich ha espresso la sua frustrazione per la richiesta della difesa, definendola una discrepanza rispetto alla loro precedente posizione, che sosteneva l’inutilità di ulteriori analisi. Il fratello della vittima ha ribadito la sua fiducia nella perizia della dottoressa Cattaneo, che ha già evidenziato prove di una morte violenta, e ha definito un’ulteriore perizia una “presa in giro” e uno spreco di soldi pubblici.

La decisione della Cassazione di esaminare il ricorso della difesa di Visintin aggiunge un ulteriore, pesante capitolo a una vicenda già complessa. Per Sergio Resinovich e la sua famiglia, l’idea di una terza perizia medico-legale non è solo una questione procedurale, ma una profonda ferita emotiva. Egli ha espresso apertamente la sua indignazione per la richiesta, sottolineando l’apparente contraddizione tra le posizioni iniziali della difesa, che sosteneva l’ipotesi del suicidio, e l’attuale volontà di indagare nuovamente sul corpo di Liliana. Per il fratello, questa mossa rappresenta un’ulteriore, straziante attesa che si aggiunge a un dolore che dura da quasi quattro anni, e un potenziale spreco di risorse pubbliche. La famiglia Resinovich ripone la sua fiducia nelle indagini in corso e nelle perizie già esistenti, che secondo loro sono sufficienti a tracciare un quadro chiaro della vicenda e a stabilire le responsabilità.

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