
Lo scudo penale per i medici, introdotto durante la pandemia da Covid e poi prorogato, diventa ora strutturale. Con un decreto approvato dal Consiglio dei ministri, il governo modifica il Codice penale: i sanitari saranno punibili per lesioni o omicidio colposo solo in caso di colpa grave, a condizione che abbiano rispettato linee guida e buone pratiche clinico-assistenziali, tenendo conto anche della scarsità di risorse disponibili.
Una svolta contro la medicina difensiva
Il ministro della Salute Orazio Schillaci e quello della Giustizia Carlo Nordio hanno chiarito che la norma non introduce alcuna forma di «impunità», ma mira a restituire serenità agli operatori sanitari e contrastare la pratica della medicina difensiva. Quest’ultima costa allo Stato circa 11 miliardi di euro l’anno e contribuisce ad allungare le liste d’attesa, poiché spinge i medici a prescrivere esami costosi e non necessari per tutelarsi da possibili azioni legali.
Garanzie per i pazienti e nuove misure
La riforma conferma la responsabilità penale per colpa grave e non incide sul diritto dei cittadini a ottenere il risarcimento civile dei danni subiti. Parallelamente, il governo introduce misure di sostegno al Servizio sanitario nazionale e istituisce una nuova Scuola di specializzazione per i medici di famiglia, che sostituirà l’attuale corso di formazione regionale.
Il disegno di legge delega prevede che le relative misure siano adottate entro il 2026. Intanto, il provvedimento ha già raccolto il plauso della Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini dei medici) e dei sindacati di categoria Anaao e Cimo, che lo considerano un passo decisivo per la tutela della professione e la qualità del sistema sanitario.