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Si tuffa nel fiume per recuperare il pallone e annega: “Morte orribile”

Pubblicato: 05/09/2025 18:53

Le giornate di fine estate portano spesso con sé momenti di svago e leggerezza, ma possono trasformarsi in tragedie improvvise. I corsi d’acqua, tanto affascinanti e frequentati nei periodi più caldi, nascondono insidie che possono rivelarsi fatali anche per i nuotatori più esperti. Le correnti, i mulinelli e i tratti non segnalati costituiscono infatti un pericolo sottovalutato da chi decide di immergersi senza la dovuta prudenza.

In questi contesti, basta un gesto impulsivo o una sfida con gli amici per mettere a rischio la vita. Troppo spesso i soccorritori devono intervenire in situazioni estreme, dove ogni minuto può fare la differenza, ma in cui la forza dell’acqua e le condizioni ambientali rendono vani anche i tentativi più tempestivi.

La tragedia a Treviso

La tragedia di oggi si è consumata a Treviso, dove un ragazzo di appena ventidue anni è morto annegato nel fiume Sile. Secondo quanto ricostruito, il giovane si sarebbe tuffato dal ponte di San Martino poco dopo le 15 per tentare di recuperare un pallone, ma non è più riuscito a risalire. A poche centinaia di metri dal punto del tuffo si trova infatti una cascata collegata a una centrale Enel: i mulinelli generati in quell’area avrebbero trascinato il giovane a fondo.

I soccorsi sul posto

Il corpo del ragazzo, di origini pakistane, è stato recuperato dai vigili del fuoco, intervenuti in prima battuta con dieci uomini a terra supportati da un gommone. In seguito sono stati chiamati i sommozzatori da Venezia, che hanno individuato il punto in cui il giovane era rimasto intrappolato dalle correnti.

Sul posto hanno operato anche la polizia, la polizia locale e il Suem 118, che non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. La dinamica resta comunque oggetto di accertamenti, per chiarire se l’incidente sia stato causato da un gesto improvviso o da altre circostanze non ancora definite.

Una comunità sotto shock

La notizia della morte del ventiduenne ha scosso profondamente chi si trovava nei pressi del fiume e l’intera comunità pakistana di Treviso. Il Sile, che attraversa il cuore della città, è considerato un fiume suggestivo e frequentato, ma non privo di pericoli. Questa vicenda riporta l’attenzione sulla necessità di maggiore consapevolezza dei rischi legati ai tuffi in aree non sicure, dove anche un gesto apparentemente banale può trasformarsi in una tragedia.

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