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“Gli ultimi giorni di Giorgio”. La confidente di Armani rompe il silenzio: “Quelle pillole e quei pensieri atroci”

Pubblicato: 06/09/2025 09:00

Si è spento il 4 settembre 2025, a Milano, all’età di 91 anni, Giorgio Armani. La sua morte è stata confermata dalla maison che porta il suo nome, in una nota che ha commosso il mondo: «Con infinito cordoglio il gruppo Armani annuncia la scomparsa del suo ideatore, fondatore e instancabile motore».

Accanto a lui, negli ultimi giorni, c’erano gli amici più cari e i collaboratori di sempre. Uno di loro, la giornalista Daniela Morera, ha raccontato le ultime ore dello stilista con parole che hanno il sapore di un testamento umano ed emotivo.

“Era sereno, come se avesse deciso”

«Dopo, l’ho visto molto sereno, l’altro ieri a casa», ha ricordato Morera. «Quando ci hanno chiamato per dirci che era morto e siamo andati a trovarlo. Aveva un viso bello, sembrava che lo avessero già preparato, invece no. E ho pensato che c’è un momento in cui uno decide quando deve mollare. Lui ha sofferto per giorni e giorni, con le medicine e le cure cercava di tirare avanti, ma a un certo punto uno lo capisce. E lì deve essersi detto: ora basta».

La giornalista ha raccontato di essersi fermata a lungo accanto al corpo di Armani: «Me lo guardavo, gli dicevo che lo amavo tanto, gli toccavo le mani che stavano diventando fredde. Poi tornavo di là e dicevo a tutti: ma avete visto come è sereno? Questo è un segno molto bello. Adesso però sono un po’ disperata».

Le estati insieme e i ricordi con Warhol

Morera e Armani si conobbero nella New York di Andy Warhol, quando lei era corrispondente di Interview. «Gli feci quella che credo sia stata una delle prime video-interviste mai realizzate», ha ricordato. «Andy ai tempi aveva un programma che si chiamava la Warhol’s TV e lo intervistammo sul tetto del building del Gruppo Finanziario Tessile sulla Fifth Avenue».

Da allora nacque un’amicizia che durò decenni, tra serate in barca a Pantelleria, estati ad Antigua e momenti condivisi a Parigi o Saint-Tropez. «Camminavamo insieme sulla spiaggia – ha raccontato – lui non aveva già più il fisico di una volta, ma si fermava lo stesso con tutti quelli che gli chiedevano una foto. Era così felice».

I giorni difficili e la consapevolezza

Nelle ultime settimane, però, Armani aveva mostrato grande fragilità. «Ultimamente andavamo quasi tutti i giorni a vederlo. Dieci giorni fa stava veramente male», ha detto Morera. «Negli ultimi tempi lui era molto negativo, si lamentava sempre, non di fronte alle persone ma confidenzialmente, di non essere stato capace di avere avuto più indipendenza, più coraggio. Mi diceva: penso solo cose brutte».

“Dopo, l’ho visto molto sereno, l’altro ieri a casa. Quando ci hanno chiamato per dirci che era morto e siamo andati a trovarlo. Aveva un viso bello, sembrava che lo avessero già preparato, invece no. E ho pensato che c’è un momento in cui uno decide quando deve mollare. Lui ha sofferto per giorni e giorni, con le medicine e le cure cercava di tirare avanti, ma a un certo punto uno lo capisce. E lì deve essersi detto: ora basta”.

La giornalista cercava di rassicurarlo: «Gli rispondevo: Giorgio, tu non ti puoi permettere di avere pensieri negativi, devi capire che hai avuto un destino meraviglioso. Tu non sei un fashion designer, sei molto di più. Devi pensare a tutte le cose incredibilmente positive che hai fatto nella vita».

L’addio

Morera ha confidato di aver sperato, fino all’ultimo, che Armani potesse presenziare alla sfilata del 28 settembre: «Speravamo, ovviamente. Ma in cuor nostro io e mio marito sapevamo che erano gli ultimi giorni. Purtroppo, a quell’età non si torna indietro».

Così Armani, l’uomo che ha rivoluzionato il concetto di eleganza, ha salutato il mondo con lo stesso tratto che aveva segnato la sua carriera: serenità, disciplina e un’eleganza silenziosa che resta il suo lascito più autentico.

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