
Il clima sta cambiando, e lo sta facendo più rapidamente di quanto molti possano immaginare. Per gli abitanti di Asti, e di molte altre città del Nord Italia, gli inverni senza neve sono un segnale inequivocabile di una trasformazione in atto. Quello che fino a poco tempo fa sembrava un fenomeno isolato, un’anomalia stagionale, potrebbe diventare la norma.
Questa realtà, che si fa sempre più tangibile, trova una conferma inquietante in strumenti scientifici come la mappa interattiva “The Future Urban Climates”, realizzata dal Center for Environmental Science dell’Università del Maryland. Questo strumento non solo conferma le nostre percezioni, ma fornisce dati precisi e previsioni allarmanti.
La mappa che svela il futuro
La mappa interattiva The Future Urban Climates non è un semplice esercizio di previsione, ma un’analisi dettagliata basata sui dati dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), l’autorevole organismo delle Nazioni Unite per la scienza del clima. L’ecologo Matthew Fitzpatrick ha confrontato 40.581 luoghi in tutto il mondo per creare questa applicazione, che permette a chiunque di visualizzare i cambiamenti climatici previsti entro il 2080. In un solo clic, gli utenti possono scoprire di quanto aumenteranno le temperature, l’umidità e come cambierà la flora in una determinata area. Il suo funzionamento si basa su una tecnica statistica chiamata mappatura analogica del clima, che associa il clima futuro previsto per una città a quello attuale di un’altra località.
Lo scenario per le città settentrionali
“Tra 50 anni, le città dell’emisfero settentrionale, situate a nord, diventeranno molto più simili alle città del Sud”, ha spiegato Matthew Fitzpatrick. Questa affermazione sottolinea un trend globale: tutto si sta muovendo verso l’Equatore per quanto riguarda il clima. L’aumento delle temperature è una certezza, e in assenza di un piano concreto per frenare le emissioni di combustibili fossili, lo scenario delineato dalla mappa è molto probabile che si concretizzi. L’obiettivo della mappa, secondo Fitzpatrick, è proprio quello di aiutare le persone a comprendere la portata degli impatti e a rendersi conto del perché gli scienziati siano così preoccupati.
Le previsioni per l’Italia
In Italia, le proiezioni sono particolarmente allarmanti e toccano tutte le principali città. Per Asti, ad esempio, le previsioni indicano un clima che nel 2080 sarà simile a quello di Nea Vrasca, un villaggio della Macedonia centrale. Questo si tradurrà in estati più calde di 7,1 gradi e più secche dell’11%, con un aumento delle temperature invernali di 4,7 gradi e un incremento dell’umidità del 7,8%.
Ma il quadro non cambia per le altre metropoli:
- Napoli avrà un clima paragonabile a quello di Cordova, in Andalusia, con estati più calde di 6,5 gradi e un aumento dell’umidità del 10,9%.
- Roma si ritroverà con un clima simile a quello di Berat, in Albania.
- Torino vedrà le sue temperature corrispondere a quelle di Polykastro, nella Macedonia centrale.
- Milano avrà un clima simile a Bellinzona, con estati più calde di 6,5 gradi e più secche del 12,4%.
Le città senza analogia climatica
Non tutte le città del mondo hanno trovato una corrispondenza nella mappa. Questo accade perché alcune aree potrebbero sperimentare un clima che oggi non esiste in nessun altro luogo del pianeta. “Più ci si avvicina all’equatore, meno si trovano corrispondenze valide per i climi”, ha avvertito Fitzpatrick, citando l’America Centrale, la Florida meridionale e l’Africa settentrionale. Per queste regioni, non esiste un analogo climatico attuale che possa rappresentare il loro futuro. Questo è un dato estremamente preoccupante.
Circa il 40% della popolazione mondiale, ovvero circa 3,3 miliardi di persone, vive in regioni equatoriali che non hanno trovato una corrispondenza sulla mappa. Questo significa che queste persone vivranno in aree con temperature estreme che rischiano di diventare inabitabili a causa del caldo e dell’umidità. Un esempio citato è Chennai, in India, una città che potrebbe trovarsi in una situazione climatica senza precedenti e insostenibile per la vita umana. Questa triste realtà sottolinea l’urgenza di agire per mitigare gli effetti del cambiamento climatico prima che si raggiungano punti di non ritorno.